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giovedì 2 settembre 2010

Il funerale della mensa di Adro: game over

Ricordate la storia della mensa di Adro, la storia di quel paese della provincia di Brescia dove il sindaco leghista Oscar Lancini aveva deciso di mettere a pane e acqua i ragazzi delle famiglie che non potevano pagare? Ricordate quell'imprenditore che diede una lezione a tutti mettendo di tasca propria i soldi dei morosi e che, invece, di essere ringraziato, si trovò lapidato sulla pubblica piazza dai concittadini, alcuni dei quali minacciarono la morosità di massa, perchè tanta generosità finiva per favorire i furbetti, ovviamente extracomunitari?
Ricordate quell'associazione di genitori che gestendo la mensa a prezzo più che concorrenziale aveva sbarrato la strada al sindaco e alle sue truppe bollando come razziste le proteste?
Curiosando in questo blog troverete tutti i passi della vicenda e delle polemiche nate nell'aprile scorso e oggi in queste righe celebriamo un funerale. Il funerale della mensa di Adro, almeno così come era stata concepita fino ad ora. Dopo 36 anni di onorata attività (ci informa Bresciaoggi), l'associazione genitori si scioglie, lascia la gestione della mensa dopo mesi in cui il sindaco, che aveva tentato il colpo di mano cercando di pilotare l'elezione di un direttivo "amico" fuori dalle regole statutarie (ma pronto, il direttivo, a gestire i conti in banca), ha risposto con il silenzio e l'indifferenza a richieste come il rinnovo della convenzione per la gestione della mensa, che intanto aveva traslocato nel nuovo polo scolastico. Così, logorati da una lotta politica che non gli appartiene i genitori  hanno deciso di sciogliere l'associazione, affidando il bilancio ad un liquidatore che avrà il compito anche di costituire un fondo di solidarietà per chi la mensa, nuova gestione, non potrà pagarla: l'ennesima lezione di sensibilità agli amministratori che si accompagna alla decisione di concedere in comodato d'uso le attrezzature della mensa a chi gestirà per il proggimo anno scolastico la distribuzione dei pasti.
Già, chi gestirà la distribuzione dei pasti? Il sindaco per non parla, anche se in passato si disse pronto ad un menù tutto padano, lasciando intendere che chi non gradiva la carne di maiale poteva starsene a casa.
Ma il tema è anche un altro: a che prezzo?
Sono andato a rileggermi un post in cui facevo due conti su quanto fosse conveniente la mensa di Adro che garantiva pasti cucinati al momento e non vettovaglie in catering come nella maggior parte degli istituti scolastici. Ecco il risultato: ad Adro la mensa costava, grazie al contributo dei genitori volontari, 3,90 euro a pasto con riduzione del 50% per il secondo e terzo figlio e rette diversificate in funzione dei redditi delle famiglie; io, per esempio, pagavo il pasto di mio figlio (cibo in catering che arrivava in furgone da un centro cottura) 4,50 euro, con riduzione del 50% per il fratello maggiore che usufruiva dello stesso servizio. Prezzi altamente concorrenziali, rispetto alla media, che vorremmo vedere garantiti anche per il prossimo anno da un amministratore oculato e attento come quello di Adro, che si dice forte del consenso popolare (tanto da metterlo anche in una memoria difensiva nel contenzioso che lo ha visto soccombere per i bonus bebè e il fondo affitti negati agli extracomunitari). Altrimenti le battaglie all'ombra del sole delle Alpi del sindaco Lancini gli avranno sì fatto conquistare punti nel firmamento degli amministratori leghisti, ma saranno pagate da tutte le famiglie di Adro.
E se così fosse il "gamer over" di questa poco edificante storia sarebbe ancora più amaro.


La lettera del benefattore di Adro
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