Giro qui
l'articolo che è comparso oggi su Bresciaoggi. Parla dell'ultimo libro di Roberto Bianchi (nella foto sotto) "La collana di perle finte", che verrà presentato domani, venerdì 1 ottobre, al teatro Sancarlino di Brescia. La storia di una parternità infangata e calunniata, di una figlia ostaggio di una storia d'amore vinita male.
Le paternità infangate di Bianchi
Potrebbe essere un'autobiografia, in realtà è la la sintesi di tante storie in un mondo dove spesso i figli più che condivisi sono contesi, più che amati usati, più che educati alla verità, vestiti di menzogna: come quelle belle collane di perle finte, che fanno charme, ma anche tanta tristezza.«La collana di perle finte» (edizione Arpanet, 176 pagine, 13,50 euro, una versione ebook a 4,50 euro scaricabile dal sito www.arpabook.com) è il titolo del romanzo di Roberto Bianchi, bresciano, 52 anni, fino al '95 grafico - comunicatore, oggi con la voglia matta di raccontare storie di vita quotidiana, storie sue che possono essere le nostre o di chi ci sta accanto.La collana di perle finte è quella sequela di menzogne che finiscono per travolgere un altro Roberto, quello che si racconta nel libro e che di cognome fa Franchi. Lui è uno sciupafemmine, instabile e maledetto, che in una città austera e bigotta che sembra tanto Brescia, ha una figlia, Roberta, con la rampolla di una famiglia il cui blasone sta a metà tra aristocrazia e borghesia.Così non poteva che naufragare presto la convivenza tra Roberto e la ragazza di buona famiglia, così come non poteva che sfociare in una lunga battaglia giudiziaria il contenzioso per l'affidamento della piccola Roberta. Un cammino costellato di «perle finte» fatte di accuse pesanti che hanno ben presto trasformato Roberto e la nuova compagna di vita in sospetti pedofili che avrebbero approfittavato dell'innocenza della piccola. Così il libro finisce, senza turbare troppo, per alternare gli scoramenti e la rabbia dell'imputato, agli atti giudiziari, che sfociano nella più liberatoria e definitiva delle assoluzione: «perchè il fatto non sussite». Ma la pena più dura deve ancora arrivare e finirà per dividere in perpetuo i destini di Roberto e della figlia. È un romanzo, ma sembra una storia vera, una storia come tante, solo scritta con la passione della condivisione. Di quella storia, domani alle 18 al Sancarlino, parleranno fra gli altri l'autore, il direttore editoriale di Arpanet, Paco Simone, e il professor Gian Luigi Berardi, docente di letteratura italiana all'Università di Venezia.
Marco Toresini (da Bresciaoggi del 30 settembre 2010)
0 commenti:
Posta un commento