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giovedì 16 settembre 2010

Adro: pane al pane e silenzi istituzionali

A volte basta poco: parole asciutte, zero esibizioni linguistiche, zero piroette giustificative. Ha i piedi ben saldati per terra questa mattina l'intervento di Giangiacomo Schiavi sul Corriere della Sera parlando dei simboli leghisti sulla scuola di Adro. Il vice direttore del quotidiano milanese, che ad aprile intervistò il benefattore adrense che offrì il suo contributo per ripianare i debiti della mensa finita nella bufera, è chiaro, limpido e lapidario in due colonne di taglio basso nella pagina dei commenti.
Parlando di "estremismo un po' folk di un sindaco che ha sbagliato" spiega: "Una scuola pubblica con un marchio di partito è inaccettabile. Punto. Non è accanimento dire che il timbro della Lega impresso sui banchi è un errore: stare zitti, per comodità, menefreghismo o indifferenza, portando rasoterra la soglia dell’accettazione, è molto peggio. Per questo chi ha un ruolo istituzionale si deve adoperare per tirare fuori Adro da un’attenzione che sta diventando morbosa. Che certe autorità non intervengano per dire che quei simboli sono fuori luogo e vanno in qualche modo rimossi è preoccupante: vuol dire che si può tranquillamente passare il confine della neutralità anche nei luoghi in cui la propaganda politica deve restare fuori dalla porta".
Ma l'Italia va così: dire pane al pane ad un sindaco che l'ha fatta fuori dal vaso può sembrare un'impresa anche a chi ne ha l'autorità e il grado per farlo. Che Paese strano quello in cui si è convinti che chi ha la maggioranza forse un po' di ragione ce l'ha, anche se è solo - per dirla con Schiavi - estremismo folk di un sindaco che ora "sfiora il limite del ridicolo nel cercare di giustificare qualcosa che il buon senso rende ingiustificabile".

1 commenti:

MdC ha detto...

Se posso permettermi... secondo me è un caso di "estremismo bi-folk"