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giovedì 23 settembre 2010

Cosentino: se la politica si auto assolve... Viva la monarchia

Sfoglio i giornali e rabbrividisco: la maggioranza si è contata e la politica si è autoassolta. La tenuta del Governo Berlusconi ieri si è misurata sul responso che il Parlamento avrebbe dovuto dare sull'utilizzo delle intercettazioni telefoniche indirettamente operate nei confronti dell'ex sottosegretario Nicola Cosentino, finito sotto inchiesta per concorso esterno in associazione camorristica e si è esibita in una autoassoluzione di casta che la dice lunga sullo spessore etico della politica Italia.
Le tenute delle maggioranze di Governo dovrebbero misurarsi sui programmi, invece in questa Italia che pare abbia perso la bussola va alla conta su un fatto che dovrebbe essere pacifico: un politico, come ogni comune cittadino, se finisce indagato va a processo con tutte le prove a carico o a discolpa raccolte durante le indagini, senza che "gli amici della casta" sfilino dal fascicolo processuale i documenti più compromettenti, anche se c'è chi, come fosse un giudice, già si affretta a dire che si tratta di materiale "irrilevante".
E in questo triste spettacolo giornali e giornalisti sembrano più preoccupati di discuisire sulla tenuta della maggioranza che sull'ennesimo scempio etico che si è consumato in Parlamento. Scorro i quotidiani, navigo in internet e vedo come gli approfondimenti sul caso che non siano di taglio geopolitico-gossipparo si contano sulla punta delle dita. E questo non è un buon segno. Un vecchio adagio delle mie parti diceva: "quello è talmente potente che anche quando fa pipì a letto può dire di aver sudato". Ora mi pare che siamo talmente assuefatti a queste storture che, spesso, anche noi giornalisti, davanti ad una classe politica che non perde occasione per fare pipì fuori dal vaso ci chiediamo, spesso autoconvincendoci, che forse... ha solo sudato.
Qualche voce fuori dal coro comunque c'è e segnalo in proposito il "solito" Vittorio Grevi sul Corriere della Sera in un commento dal titolo "Quando la Camera si fa Magistratura". Cito una frase su tutte per far capire il clima: "Ancora una volta, purtroppo, le istanze della autotutela politica hanno avuto la meglio sulle esigenze della legalità". E Grevi è ancora più dettagliato spiegando come il Parlamento non si sia limitato a dire che quelle intercettazioni appartenevano ad un progetto persecutorio nei confronti del politico (elemento su cui si fonda la ratio della norma che porta casi come questi all'esame di Motecitorio), ma è entrato nel merito dell'inchiesta parlando addirittura di "fragilità dell'impianto accusatorio". Addio legalità se i politici si ergono a giudici dei propri sodali. "La Camera si è sostituita all'autorità giudiziaria" spiega in sintesi Vittorio Grevi e basta sfoglia il giornale di qualche pagina per imbattersi nell'ennesimo terremoto giudiziario, in una nuova tangentopoli, in nuovi parlamentari inquisiti. Nel '92 Milano e la Lombardia, oggi Teramo e l'Abruzzo come se il tempo che forgia l'esperienza fosse trascorso invano e se i politici ora fanno anche i giudici, dove andremo a finire? Insomma quasi quasi viene da simpatizzre per la monarchia: proprio Ieri Vittorio Emanuele di Savoia, in passato arrestato e indagato, è stato assolto. Dal giudice per l'udienza preliminare e non certo dal consiglio della corona.




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