mercoledì 29 settembre 2010
I politici? In ferriera
Quando da giovane giornalista guardavo fuori dalla finestra della redazione vedevo il lungo serpentone di una colata continua. Del resto, nella città del tondino, in una redazione ricavata dalla vecchia palazzina degli uffici di un ex azienda siderurgica cosa potevi pretendere se non vedere il cortile della Bisider della famiglia Lucchini? Oggi guardo fuori dalla finestra e vedo un centro commerciale: la ferriera non c'è più e tutto intorno le fabbriche sono state smantellate per far posto, nelle intenzioni oggi provate dalla crisi, a ufffici, negozi e abitazioni.
Mi sono ricordato di quella colata continua leggendo oggi sul Corriere il ritorno di Silvia Avallone, scrittice rivelazione dell'estate, a Piombino, alla Lucchini-Severstal dove ha ambientato il suo fortunato libro: Acciaio.
L'occasione era quella di un sopralluogo per il film destinato a tradurre in immagini le avventure di quei giovani di Piombino stretti tra fabbrica, sogni e voglia di fuggire altrove, magari solo all'Elba. Tra treni rotaia, altiforni e cokerie, Silvia Avallone ritrova i volti duri descritti nel libro. Volti spiegazzati dalla fatica, quella vera, per 900/1500 euro al mese. Volti sui quali è passata la crisi che ha costretto, fatto raro, a spegnere i forni altrimenti attivi 24 ore su 24. Silvia Avallone chiude il suo pezzo con una convinzione: "Tornare nella giungla della fabbrica ha rafforzato in me una convinzione. Che questa è l'Italia che vale la pena raccontare".
L'autrice di Acciaio ha raccontato questa storia a pagina 25 del Corriere che oggi dedica cinque pagine (al netto della pubblicità) al discorso che stamane Berlusconi terrà alla Camera, ai giochetti di potere, alla campagna acquisti del Pdl, ai fatidici 316 deputati per ottenere la fiducia. Poi leggi i racconti dalla fabbrica dell'Avallone, scopri che i temi veri sono altri e ti monta il populismo: "I politici - hai voglia di urlare -? In ferriera". Non tanto, almeno una settimana, poi ne riparliamo.
Mi sono ricordato di quella colata continua leggendo oggi sul Corriere il ritorno di Silvia Avallone, scrittice rivelazione dell'estate, a Piombino, alla Lucchini-Severstal dove ha ambientato il suo fortunato libro: Acciaio.
L'occasione era quella di un sopralluogo per il film destinato a tradurre in immagini le avventure di quei giovani di Piombino stretti tra fabbrica, sogni e voglia di fuggire altrove, magari solo all'Elba. Tra treni rotaia, altiforni e cokerie, Silvia Avallone ritrova i volti duri descritti nel libro. Volti spiegazzati dalla fatica, quella vera, per 900/1500 euro al mese. Volti sui quali è passata la crisi che ha costretto, fatto raro, a spegnere i forni altrimenti attivi 24 ore su 24. Silvia Avallone chiude il suo pezzo con una convinzione: "Tornare nella giungla della fabbrica ha rafforzato in me una convinzione. Che questa è l'Italia che vale la pena raccontare".
L'autrice di Acciaio ha raccontato questa storia a pagina 25 del Corriere che oggi dedica cinque pagine (al netto della pubblicità) al discorso che stamane Berlusconi terrà alla Camera, ai giochetti di potere, alla campagna acquisti del Pdl, ai fatidici 316 deputati per ottenere la fiducia. Poi leggi i racconti dalla fabbrica dell'Avallone, scopri che i temi veri sono altri e ti monta il populismo: "I politici - hai voglia di urlare -? In ferriera". Non tanto, almeno una settimana, poi ne riparliamo.
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