venerdì 17 settembre 2010
Adro: quella mensa non ammette deroghe, solo intolleranze...
Non so se esista l'intolleranza alimentare alla carne di maiale, certo è che per essere presa in considerazione dovrà essere certificata da un medico. Lo dice il nuovo regolamento della mensa scolastica di Adro, la cittadina nell'occhio del ciclone per il Sole delle Alpi con il quale il sindaco ha infarcito arredi e suppellettili della nuova scuola; il centro in provincia di Brescia che nell'aprile scorso era balzato agli onori delle cronache per aver tenuto a digiuno i bambini delle famiglie morose, tanto che un imprenditore mise mano al portafoglio per sanare quella situazione finendo per essere attaccato come colui che aiutava "i furbetti".
I nuovi gestori della mensa (un gruppo di genitori vicini al sindaco Oscar Lancini, che ha fatto di tutto per mettere alla porta la vecchia associazione che gestiva volontariamente da oltre 30 anni la struttura, rea di aver tacciato come razziste le prese di posizione di quei concitati giorni di aprile) sono riusciti nell'impresa di garantire gli stessi prezzi, molto concorrenziali, praticati lo scorso anno scolastico, ma dalle deroghe ai menù sono sparite le ragioni di tipo religioso. Le diete speciali, infatti, sono ammesse solo per intolleranze certificate da un medico. Punto.
Ha avuto così concreta attuazione quanto aveva anticipato il sindaco nelle scorse settimane garantendo sì il servizio mensa, ma senza menù religiosi: se il piatto del giorno prevede carne di maiale i musulmani o si adattano o saltano il pranzo. Paradossalmente, visto che ora la mensa va pagata in anticipio con l'acquisto dei buoni pasto mensili (altro elemento nuovo rispetto al passato in modo da estirpare alla radice il problema dei morosi) potrebbe anche capitare che una famiglia musulmana paghi un servizio anche se talvolta non potrà usufruirne senza commettere, per dirla alla cattolica, un "peccato":
Una scelta anacronistica, oltre che di doveroso rispetto per le convinzioni religiose altrui, visto che ormai non c'è mensa aziendale o scolastica che non preveda menù specifici o diete speciali. Penso a quello che accade ad Adro e guardo la circolare sul servizio mensa consegnata a mio figlio nei giorni scorsi: basta un'autocertificazione per accedere a diete speciali giustificate da motivi religiosi, etnici o ideologici, comprendendo esplicitamente in quest'ultima categoria anche i figli di famiglie vegetariane. Agevolazioni che esistono da anni, anche quando il paese in cui abito era governato da un sindaco della Lega Nord. Perchè? Perchè, nella provincia che per prima nei contratti integrativi di lavoro ha incominciato a discutere anche su giorni festivi diversificati in virtù della religione, è una regola di buon senso e di rispetto. Perchè le battaglie ideologiche e le guerre di religione non si fanno sulla pelle dei bambini e sui diritti fondamentali delle persone come quelli di professare la propria religione e di seguire i precetti che questa impone.
Ma il buon senso, pare, abbia traslocato da tempo da Adro. E, purtroppo, l'intolleranza ammessa in questa mensa non sembra solo quella alimentare.
I nuovi gestori della mensa (un gruppo di genitori vicini al sindaco Oscar Lancini, che ha fatto di tutto per mettere alla porta la vecchia associazione che gestiva volontariamente da oltre 30 anni la struttura, rea di aver tacciato come razziste le prese di posizione di quei concitati giorni di aprile) sono riusciti nell'impresa di garantire gli stessi prezzi, molto concorrenziali, praticati lo scorso anno scolastico, ma dalle deroghe ai menù sono sparite le ragioni di tipo religioso. Le diete speciali, infatti, sono ammesse solo per intolleranze certificate da un medico. Punto.
Ha avuto così concreta attuazione quanto aveva anticipato il sindaco nelle scorse settimane garantendo sì il servizio mensa, ma senza menù religiosi: se il piatto del giorno prevede carne di maiale i musulmani o si adattano o saltano il pranzo. Paradossalmente, visto che ora la mensa va pagata in anticipio con l'acquisto dei buoni pasto mensili (altro elemento nuovo rispetto al passato in modo da estirpare alla radice il problema dei morosi) potrebbe anche capitare che una famiglia musulmana paghi un servizio anche se talvolta non potrà usufruirne senza commettere, per dirla alla cattolica, un "peccato":
Una scelta anacronistica, oltre che di doveroso rispetto per le convinzioni religiose altrui, visto che ormai non c'è mensa aziendale o scolastica che non preveda menù specifici o diete speciali. Penso a quello che accade ad Adro e guardo la circolare sul servizio mensa consegnata a mio figlio nei giorni scorsi: basta un'autocertificazione per accedere a diete speciali giustificate da motivi religiosi, etnici o ideologici, comprendendo esplicitamente in quest'ultima categoria anche i figli di famiglie vegetariane. Agevolazioni che esistono da anni, anche quando il paese in cui abito era governato da un sindaco della Lega Nord. Perchè? Perchè, nella provincia che per prima nei contratti integrativi di lavoro ha incominciato a discutere anche su giorni festivi diversificati in virtù della religione, è una regola di buon senso e di rispetto. Perchè le battaglie ideologiche e le guerre di religione non si fanno sulla pelle dei bambini e sui diritti fondamentali delle persone come quelli di professare la propria religione e di seguire i precetti che questa impone.
Ma il buon senso, pare, abbia traslocato da tempo da Adro. E, purtroppo, l'intolleranza ammessa in questa mensa non sembra solo quella alimentare.
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