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venerdì 16 aprile 2010

Mensa di Adro: le lezioni del benefattore e quelle di chi gestisce il servizio

Quale è la sua idea di legalità? "Quella di tutte le persone normali: rispettare le leggi, non fare agli altri quello che non vorresti venisse fatto a te. E poi fermezza ed educazione. Ricordando chi siamo, quali sono i nostri valori, come evitare le ingiustizie".
Silvano Lancini, l'imprenditore che ha pagato le rette per i bambini indigenti di Adro
dal Corriere della Sera del 16 aprile 2010

Quasi stanato dal bel intervento di ieri sul Corriere della Sera di Ermanno Olmi sulla generosità che crea scandalo, è uscito allo scoperto Silvano Lancini, l'imprenditore di Adro che con 10 mila euro ha contribuito a pagare le rette arretrate per quelle famiglie del suo paese che non riuscivano a saldare i pasti dei bambini, lasciati a digiuno dal Comune. Esce allo scoperto e ribadendo - sempre al Corriere - le cose di buon senso che aveva scritto nella lettera che accompagnava il contributo, mette in mora il sindaco spiegando di capire le difficoltà del primo cittadino a far quadrare i conti ma «a certi estremi non si dovrebbe mai arrivare. Si potevano tagliare altre spese, differenziare le rette in base ai redditi. Io ho messo lì una pezza, lo sentivo come dovere civico. Adesso andate avanti voi, dico: a cercare di far pagare i furbi, senza togliere il piatto dei bambini».
Governare è difficile, ma le soluzioni, volendo, si trovano, basta avere disponibilità e sensibilità per farlo. Volontà e sensibilità che, scusate, in un amministratore, parlo in generale, dovrebbero essere innate come l'idea della politica come servizio. Certo, forse è più facile sparare come ribadisce Silvano Lancini che il deficit della mensa è 50 mila euro, anche se in realtà è cinque volte meno, o che il Comune è costretto a ripianare i deficit del servizio(e non lo farà più in futuro per i casi di morosità) quando Giuseppina Paganotti, presidente dell'Associazione genitori che gestisce la mensa, dalle colonne di Bresciaoggi fa sommessamente notare che l'ultimo contributo per sanare vecchie pendenze risale al 2005 (quasi 6 mila euro) e che i 20/25 mila euro di contributo annuo erogato dal comune non è mai andato a sanare gli insoluti.
Il sindaco di Adro, insomma, sembra messo all'angolo dagli eventi e cerca di uscirne come può, anche dimenticando che un servizio come quello offerto dall'Age di Adro è uno di quelli che un comune dovrebbe tenersi stretto e coccolare. Perchè? Perchè ho recuperato i costi del servizio mensa di mio figlio (9 anni). Eccoli: costo pasto 4,50 euro, riduzione del 50% per il fratello/i maggiore/i; il servizio è fornito dalla cooperativa Cir Food di Reggio Emilia, pasti confezionati in un centro cottura è portati a destinazione con il catering.
Ad Adro il servizio prevede pasti confezionati al momento (niente viaggi in furgone, niente tonno e scatolette quando, come è capitato a Orzinuovi, dove abito, la ditta che forniva i pasti ha dichiarato fallimento) e grazie al contributo dei volontari si paga 3,90 euro a pasto con riduzione del 50% per il secondo e terzo figlio e rette diversificate in funzione dei redditi delle famiglie.
"Questo gioco al massacro svilisce l'impegno profuso dai nostri volontari in trent'anni" mastica amaro Giuseppina Paganotti. E a ragione. Guardo la circolare diffusa dal Comune in cui abito sul servizio mensa e non posso fare a meno di notare, scritto in grassetto, questa postilla: "L'amministrazione comunale intende dare un aiuto concreto alle famiglie che si trovano ad affrontare momenti difficili a seguito della mancata occupazione. A tal fine è stato approvato un piano anticrisi che prevede, tra gli interventi a sostegno del reddito, agevolazioni e riduzioni tariffarie per i servizi scolastici (mensa e serivizi di trasporto, ndr)". Basta poco dunque ad una amministrazione per tentare di affrontare problemi e congiunture non favorevoli. Basta solo volontà e buon senso, la stessa che sempre Giuseppina Paganotti ha mostrato davanti all'ipotesi dello sciopero delle rette, brandito quasi fosse una ritorsione nei confronti dell'imprenditore benefattore: "Forniremo regolarmente i pasti ai bambini dei genitori che sospenderanno volontariamente il versamento delle rette, poi procedendo legalmente per il recupero del credito". Tutto questo perchè - ragione vuole - le colpe dei padri non ricadano sui figli.

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