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venerdì 30 aprile 2010

Giustizia, quando un film diventa realtà

«Iustitia est constans et perpetua voluntas ius suum cuique tribuendi. Iuris praecepta sunt haec: honeste vivere alterum non laedere, suum cuique tribuere». ("La giustizia consiste nella costante e perpetua volontà di attribuire a ciascuno il suo diritto. Le regole del diritto sono queste: vivere onestamente, non recare danno ad altri, attribuire a ciascuno il suo").
Eneo Domizio Ulpiano
Giurista latino
La frase compare sulla facciata del Palazzo di Giustizia di Milano

Nei giorni scorsi ho rivisto su un canale satellitare "In nome del popolo italiano" film del 1971 diretto da Dino Risi con Ugo Tognazzi nella parte del giudice istruttore Mariano Bonifazi e  Vittorio Gassman in quella dell'imprenditore edile Lorenzo Santenocito. Mi ha colpito una cosa di quel film di cui ricordavo poco: la sceneggiatura, se non fosse per la figura del giudice istruttore  abrogata nel 1989 dal nuovo codice di procedura penale, sembrava scritta ieri. Colpiva l'analogia dei dialoghi con quelli che oggi caratterizzano il dibattito sulla giustizia, colpivano le accuse ai giudici politicizzati, colpiva l'impunità di cui alcuni imprenditori si credono vestiti (e non sto parlando solo del presidente del Consiglio).
Ai titoli di coda ho spento la tv e mi sono chiesto: ma noi italiani non cambieremo proprio mai il nostro atteggiamento nei confronti della giustizia?

Pescando dalla rete mi sono divertito ad abbianare ieri e oggi, finzione e realtà: ecco cosa ne è uscito.

 





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