E' uscito il nuovo numero di Zona 508, il giornale edito dall'Associazione carcere e territorio di Brescia e dai detenuti delle carceri di Verziano e Canton Mombello. La parte monografica di questo numero è dedicata all'infanzia. Condivido con voi l'editoriale che ho scritto per questo numero e di seguito l'intera rivista che potrete leggere on line e scaricare in Pdf. Buona lettura.
Quella infanzia che ci fa pensare al futuroZona 508 Febbraio 2011
“Ora che avverto quotidianamente l’incedere della vecchiaia, la memoria mi riporta sovente ai luoghi in cui ho vissuto o dove sono passato nei miei numerosi viaggi e che hanno suscitato affetti e sentimenti diversi”.
Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, uomo illuminato, interprete della modernità con l’acume e l’intelligenza di chi sa dialogare con lo spirito (anche lui, paradossalmente, da dentro una cella, quella del monaco), ha recentemente scritto un libro (“Ogni cosa alla sua stagione”, Einaudi) per raccontare i luoghi della sua vita e, soprattutto, quelli della sua infanzia sulle colline del Monferrato. Una vita povera, ma carica di grandi speranze, una vita sulla quale meditare, appagare le nostalgie ma trarre le risorse per andare avanti.
Anche i redattori di Zona 508 in questo numero hanno fatto come il priore di Bose, si sono raccontati partendo dall’infanzia. Partendo dagli amici e dai luoghi che in tanti ricordano con struggente nostalgia: ora perché la nostalgia è quella per un paese lontano, per una persona cara; ora perché rimane il rammarico per le occasioni perse, per le strade non percorse, per una vita che, forse, poteva andare diversamente.
Sono acquarelli di campagne nebbiose e solitarie, di periferie degradate, di città lontane che vivevano però degli stessi giochi, si nutrivano delle stesse inquietudini infantili, delle medesime preoccupazioni di padri e di madri. Così nei ricordi d’infanzia dei nostri cronisti la città marocchina non è molto diversa dalla periferia di una città italiana, entrambe popolate di fatiche e di sogni.
Traspare in alcuni anche la vita che sarebbe stata con la consapevolezza che, forse, con un minimo di sforzo avrebbe potuto anche scrivere, questa vita, un epilogo diverso. Così, sfogliando questo numero, troverete anche i consigli di chi non vuol più rifare gli errori di un tempo, di chi sollecita un’attenzione e un ascolto per i figli, sia pur in condizioni difficili come quelle di un padre e madre carcerati, affinchè siano il più efficace degli antidoti per evitare che le storie si ripetano. Insomma, ricordare l’infanzia è stato per molti come fare memoria, masticare il pane di ieri (per usare il titolo di un altro libro di Enzo Bianchi) per nutrire il presente, per dargli un senso, anche se è difficile, duro, perché non si ha più l’innocente incoscienza dei bambini, ma la spigolosa e arida consapevolezza degli adulti.
E bello leggere l’infanzia dei nostri redattori riscoprendo un po’ la nostra di infanzia, fatta di fughe e voglie di scoprire, fatta di choccanti scontri con la realtà (la bugia del malato di diabete, per mascherare chi si bucava per strada tra i casermoni popolari è patrimonio comune di molti). E un modo per scoprire, magari, quanto investire sull’infanzia sia importante per investire sul futuro di tutti noi; quanto le attenzioni all’infanzia siano importanti per accompagnare i nostri figli a superare ostacoli non sempre facili.
“La vita continua – scrive ancora Enzo Bianchi - e sono gli uomini e le donne che si susseguono nelle generazioni, pur con tutti i loro errori, a dar senso alla terra, a dar senso alle nostre vite, a renderle degne di essere vissute fino in fondo”.
Insomma, anche noi di Zona 508 scrivevano di infanzia ma pensavamo al futuro.
Marco Toresinida Zona 508 (febbraio 2011)
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