Enzo Bianchi |
Nonostante i dubbi, la giornata è finita però con una iniezione di fiducia, arrivata dalle ultime pagine di un libro che ieri ho finito di leggere. Un libro che parla ai cattolici come ai laici, che parla al mondo come sa parlare al mondo il suo autore, Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, in provincia di Biella. "Risveglio quel buon senso e quella sapienza che tutti abbiamo dentro. E la gente mi ringrazia", spiega proprio oggi il monaco, 68 anni di origini piemontesi, al Corriere della Sera in occasione di un incontro sul tema "Vivere la città" nella chiesa di San Carlo a Milano. E nel suo libro "Ogni cosa alla sua stagione" (Einaudi) il priore di Bose fa proprio questo, ci insegna a leggere la nostra vita per guardare avanti, per continuare ad essere protagonisti del nostro mondo.
Così, mentre mi chiedevo quanto la festa del 17 marzo potesse cambiare questa Italia in stato confusionale, persa e arrabbiata, egoista e povera, mi sono imbattuto in una riflessione come questa:
"Chi, come me, ha sognato un mondo più abitabile, segnato da maggiore giustizia e pace, oggi si ritrova a volte smarrito, misura l'impotenza, avverte la tentazione del cinismo... Nonostante questo, mi sento ancora di rinnovare la mia fiducia negli altri, nell'essere umano, mi sento ancora di riaffermare la mia fedeltà alla terra, e di proseguire con rinnovata lucidità la battaglia ingaggiata da tanto tempo: se ho combattuto e continuo a combattere perchè il mondo cambi, oggi più che mai mi ritrovo a combattere perchè il mondo non cambi me. Davvero la bontà, la bellezza, la felicità richiedono una lunga pazienza e una fiducia nell'altro sempre da rinnovare, a conto di sperare contro ogni speranza".E, grazie a Enzo Bianchi, mi sono addormentato sotto un tricolore sì gonfio di vento e carico di pioggia, ma anche brillante di orgoglio. L'orgoglio frutto di quella speranza che sa vedere un orizzonte meno grigio.
Enzo Bianchi (da: Ogni cosa alla sua stagione - Einaudi)
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