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venerdì 23 aprile 2010

In che paese vogliamo vivere? Se in questo "io non ci sto"

Lo sapevo, non avrei dovuto vederlo. Non avrei dovuto guardare, ieri sera, Annozero occuparsi, in diretta da Adro, della vicenda dei bambini lasciati digiuni perchè le famiglie non avevano i soldi per pagare la mensa. Non avrei dovuto.
Perchè ora, buon ultimo dopo l'imprenditore che con un  contributo di 10 mila euro e una lettera che ha fatto discutere si è offerto di saldare il debito delle famiglie indigenti e dopo gli operatori della missione congolese che hanno fatto proprio quel disgusto donando i soldi che in Africa servono a salvare un  bimbo dalla denutrizione per un anno, anche io voglio esternare il mio personale "non ci sto".
Non ci sto se il paese che vogliamo per i nostri figli è quello uscito ieri sera dalle nostre tv. Santoro e quelli di Annozero saranno pure dei prevenuti comunisti, ma le mamme che si azzuffavano davanti a scuola, urlano, sbraitano le abbiamo viste tutti; la gente che insulta l'imprenditore - benefattore, invece di mostrare un bricolo di gratitudine l'abbiamo vista tutti; così come le abbiamo sentite bene le urla contro la coordinatrice volontaria della mensa (gestita, lo ricordiamo, da una associazione di genitori che garantiscono un servizio di qualità a prezzi più che competitivi) che ha chiamato con il loro nome ("razzismo e stupidità") alcuni comportamenti che hanno accompagnato la triste vicenda; l'abbiamo sentita tutti, l'ex assistente sociale del Comune spiegare quale fosse la politica di aiuti sociali dell'Amministrazione: via tutto ciò che potesse tornare a beneficio anche degli stranieri (come il contributo per gli affitti e il buono per le famiglie numerose); abbiamo sentito tutti (anche se sfumato nel servizio) il sindaco Oscar Lancini dire ad una donna straniera: "non ti va bene quello che si fa ad Adro, puoi sempre trasferirti altrove" (ricordando in questo l'adagio che fece diventare famoso l'ex assessore regionale inquisito Piergianni Prosperini: "Non ti va bene l'Italia? Prendi camel e barcheta e ta turnet a ca'").
Non ci sto a costruire un paese così, una comunità dove conta censo e colore della pelle ("Noi non siamo razzisti - sembrava di sentire ieri sera - sono loro che sono neri"), dove i furbi sono sempre gli altri, dove chi dovrebbe amministrare non lavora per la coesione sociale, ma per la divisione.
Non ci sto a costruire il paese della paura, dell'egoismo della guerra tra i poveri che divide perchè qualcuno possa "imperare"; dove l'altro è un potenziale delinquente, un  furbo, comunque una persona dalla quale guardarsi; dove quello che è mio è mio e mi incazzo pure se qualcuno ti viene in soccorso perchè tu non riesci a far fronte alle tue necessità.
Non ci sto, e lo dico da genitore, a costruire un paese che non abbia un futuro di convivenza a beneficio dei propri figli, che non sappia governare (con l'integrazione e la condivisione e non con l'esclusione) fenomeni ineludibili come l'immigrazione e una società plurale e colorata. Non ci sto a costruire una società tanto intrisa di intolleranza, che ha fatto esclamare a uno che ne ha viste tante come Sandro Ruotolo (anni fa ci ho lavorato a fianco e so quanto sia un bravo professionista): “Non ho mai sentito un clima di questo tipo nei luoghi dove sono stato”.
Non ci sto a gestitre un presente difficile, lucrando consensi sulla paura. Non ci sto ad avallare le miopi discriminazioni di oggi che portano solo ai ghetti e ai rancori di domani. Non ci sto ad una politica che sia arroganza, accondiscendenza, che prosperi sulle divisioni e non sulle condivisioni. Voglio una politica e sopratutto una politica locale, che parli così, con le parole di un grande sindaco come Giorgio La Pira:

 «Ebbene, signori Consiglieri, io ve lo dichiaro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia!
Ma non avete il diritto di dirmi: signor Sindaco non si interessi delle creature senza lavoro (licenziati o disoccupati), senza casa (sfrattati), senza assistenza (vecchi, malati, bambini, ecc.). È il mio dovere fondamentale questo: dovere che non ammette discriminazioni e che mi deriva prima che dalla mia posizione di capo della città -e quindi capo della unica e solidale famiglia cittadina.  Se c'è uno che soffre io ho un dovere preciso: intervenire in tutti i modi con tutti gli accorgimenti che l'amore suggerisce e che la legge fornisce, perché quella sofferenza sia o diminuita o lenita. Altra norma di condotta per un Sindaco (...) non c'è!»
Non ci sto a partecipare a questo gioco al massacro, a questo naufragio delle coscienze. Non so cosa ci riserverà il futuro, ma un "non ci sto" pronunciato con determinazione oggi potrebbe essere domani una polizza sulla vita per i nostri figli.


VOGLIAMO UN PAESE COSI' ?
(stralci da Annozero)











P.S.: Ecco chi sono i furbi...
Ieri la Cgil ha diffuso una  nota sulla vicenda di Adro che conteneva l'identikit economico-patrimoniale di nove famiglie fra quelle che non hanno pagato la mensa: redditi bassi, affitti e mutui da pagare, famiglie numerose, persone disoccupate. Se sono questi i furbi....
Ecco la tabella della Cgil.

Le Famiglie Di Adro

5 commenti:

Enrico Grazioli ha detto...

Lottano per avere un crocifisso appeso a un muro, ma sputano sui valori che dovrebbe insegnare. Per fortuna ieri sera avevo la partita di calcio amatoriale, così tanto per divertirsi con qualche amico. Per fortuna non ho visto la tv. La accendo di rado, ma ieri, se l'avessi fatto, mi sarei incazzato. Mi sarei incazzato proprio per razzismo e stupidità traboccanti, che sappiamo bene esistere e forse non serve nemmeno accendere la tv per sapere quanto siano diffusi.

MdC ha detto...

Io l'ho vista e mi è venuto da ridere - per nojn piangere - di fronte a tanta patetica dimostrazione di nulla. Che dire, passeranno anche i Lancini, ma bisogna comincare a lavorarci sopra. Sopra lancini intendo.

Per farci due risate...

Sappiate che è tutta colpa degli immigrati (sono degli imm-ingrati), basta con sta storia del razzismo. Adro non è razzista, solo "diversamente tollerante". Io odio Bergamo loro odiano ...tutti. Compreso lei caro il mio Toresini che fa tanto l'amico dei negher...

Quindi un Oscar per Oscar, miglior attore non protagonista per la lettura della lettera del sindaco dell'Australia (tra le altre cose: un paese di immigrati).

Con la solita autocisterna di stima
Jebediah "Querelato" Wilson

Marco Toresini ha detto...

Maria Cecilia Chiappani da Facebook:
"Annozero non lo guardo mai, ma in questo caso mi è piaciuto. Che tristezza quelle scene..."

Marco Toresini ha detto...

Stefania Tolasi da Facebook:
"Io, però, delle gran belle sberle a quelle mamme urlanti le darei volentieri,..... altro che tolleranza".

Marco Toresini ha detto...

Ivano Rebustini da Facebook:
"Di questo passo, però, visti i margini di cambiamento, "non starci" rischia di significare "andarsene"