lunedì 15 novembre 2010
La lezione della gru: la parola al buon senso
Non so come finirà la storia della gru, che ora sembra appesa al destino degli immigrati rinchiusi nei centri di identificazione temporanea, ma la ripresa della trattativa denota soprattutto la volontà di tutti di chiudere queste storia. Peccato che sotto la gru, a sporcarsi le mani, ci siano i soliti noti: il prete dei "negher" don Mario Toffari, un parroco ribelle - addirittura un "pericoloso comunista", secondo alcune anime cattoliche bresciane - come don Fabio Corazzina e sindacalisti di provata esperienza impegnati nel tentativo di ricucire ciò che altri hanno strappato, di risolvere ciò che altri non hanno saputo risolvere, abbarbicati su posizioni intrasigenti, forse (per dirla con Massimo Mucchetti sul Corriere) più per mascherare la propria incapacità di dialogo che per altro, nel nome di una legge, questo è un dato innegabile, che fa acqua da tutte le parti.
Una settimana fa, da sotto la gru, annotavo come chi ha vissuto in prima persona questa esperienza sottolineasse la mancanza di interlocutori autorevoli e mediatori capaci e il peso opprimente della politica sul buon senso. Le notizie che leggiamo oggi sui giornali ne sono la prova più eloquente. Ora, anche dopo l'ennesima serata di disordini di sabato, altri giorni su quella gru non sono più pensabili: la politica dell'assedio ha mostrato la corda, i duri e puri si devono leccare le ferite. Resta una domanda, impellente e forse un po' retorica: non ci si poteva pensare prima?
Una settimana fa, da sotto la gru, annotavo come chi ha vissuto in prima persona questa esperienza sottolineasse la mancanza di interlocutori autorevoli e mediatori capaci e il peso opprimente della politica sul buon senso. Le notizie che leggiamo oggi sui giornali ne sono la prova più eloquente. Ora, anche dopo l'ennesima serata di disordini di sabato, altri giorni su quella gru non sono più pensabili: la politica dell'assedio ha mostrato la corda, i duri e puri si devono leccare le ferite. Resta una domanda, impellente e forse un po' retorica: non ci si poteva pensare prima?
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