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mercoledì 10 novembre 2010

La lezione della gru: ecco la madre di tutti i casini

Siamo sempre sotto la gru di via San Faustino (questa volta metaforicamente). Siamo sempre qui perchè l'ombra di quella gru ci insegna molte cose. Ci insegna ad esempio ad andare alla scoperta della madre di tutti i casini, di una legge nata male, gestita peggio, governata dall'incertezza sulla quale si sono innestati pronunciamenti di Consiglio di Stato, Unione europea e Tar, circolari ministeriali in un panorama che, nella sostanza, a parità di requisiti è in grado di far variare l'esito della domanda  in relazione alla regione nella quale è stata presentata e nel momento in cui è stata esaminata (andatevi a leggere in tal senso l'articolo di Thomas Bendinelli oggi a pagina 7 di Bresciaoggi).
Addio certezza del diritto se una domanda presentata nel settembre 2009 viene esaminata dopo il marzo 2010 quando una circolare del capo della polizia Manganelli impone una interpretazione rigida del reato di clandestinità, escludendo dalla sanatoria le persone condannate per inottemperanza all'ordine di espulsione (spazzando via l'interpretazione precedente che partiva da una ovvietà: tutti quelli che presentano la domanda di sanatoria per forza di cose sono clandestini). Addio certezza del diritto se alcuni Tar regionali (in Puglia, Emilia, Veneto) hanno dato interpretazioni più larghe delle norme. Ecco cosa ha spinto quegli immigrati sulla gru, una legge incerta, fatta male, gestita peggio perchè quando si parla di immigrazione, a destra come a sinistra, la politica non pensa a governare il fenomeno, ma a vivere alla giornata, a fare meno danni possibili dal punto di vista del consenso elettorale. Più del buon senso, in somma, conta il consenso. Così accanto al pacchetto sicurezza che ha introdotto il reato di clandestinità, non potendo fare diversamente, vista la necessità regolamentare colf e badanti, la politica ha partorito una legge pasticciata che si è prestata a tanti raggiri e, nella sua applicazione pratica, a più di una discriminazione e a diversità di trattamento. Dire che sulla gru non ci sono colf e badanti vuol dire eludere il problema di una legge che ha fatto questa distinzione solo sulla carta dando di fatto la possibilità a chiunque di usufruire della sanatoria con una regolare domanda ma che, date le ampie falle normative, ha creato una pioggia di incertezze (l'unica certezza erano i soldi da versare per i contributi lavorativi pregressi). Permettetemi un parallelo: le proteste degli immigrati di questi giorni  non sono molto differenti, dal punto di vista concettuale, da quelle dei Cobas latte di qualche anno fa che contestavano la normativa sulle quote latte bloccando autostrade e aeroporti, una normativa, brutta, farragginosa, che prestava il fianco ad incertezze, strani mercati di quote e comportamenti al limite della truffa.
Quando la politica abdica al proprio dovere di governare i fenomeni con strumenti legislativi seri questo è ciò che succede. A Brescia come altrove.
Intanto alcuni dei video sui disordini di lunedì, che sono stati ospitati nel post di ieri anche su questo blog, hanno fatto il giro del web, ripresi da PeaceReporter e da Repubblica.it e sollevando il dibattito sulla gestione dell'ordine pubblico sotto la gru. Un'altra delle tante lezioni, nessuna per ora particolarmente edificante, che si sta dando la gru di via San Faustino.

Ecco il video di PeaceReporter: PeaceReporter - video

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