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mercoledì 24 febbraio 2010

Suicidio in carcere a Brescia: se la sconfitta è di tutti

Suicidio in carcere a Brescia, l'ottavo dall'inizio dell'anno in Italia in un bollettino di guerra che non sembra aver fine visto la fine (anche oggi le cronache devono registrare altre due morti nei penitenziari italiani), in un triste inventario che, comunque lo si guardi suona come una sconfitta, come l'affossamento di tanti sforzi, come la resa di un volonteroso Davide contro un Golia bulimico che ingoia tutto in gironi che sembrano un inferno dantesco.
Ecco la lettera che Carlo Alberto Romano, docente di criminologia, presidente dell'associazione Carcere e territorio di Brescia, ha inviato ai volontari che ogni giorno tastano con mano quanto sia esplosiva e drammatica la vita in un carcere.

Cari volontari,

sapete come ami particolarmente e con solerzia scriverVi per comunicarVi le affermazioni di ACT, i successi ed i riconoscimenti ottenuti.
Questa volta, purtroppo, Vi scrivo per comunicarVi una sconfitta; ieri nelle CC di Canton Mombello un uomo si è tolto la vita. Non ha importanza la cittadinanza, il reato, l'età o qualsiasi altra caratteristica che i soliti benpensanti utilizzeranno per tentare di giustificare il gesto.
Io credo che non esista proprio nulla che possa giustificare la sofferenza.
La sua azione così come quella di altre decine di detenuti che giungono a togliersi la vita, è un atto di accusa contro di noi, che siamo stati incapaci di impedirlo.
E la responsabilità, certamente condivisa con un sistema assolutamente inadeguato a gestire la pena, non va sul sistema stesso scaricata.
In carcere entriamo anche noi e quindi anche noi abbiamo fallito.
Non vorrei sentire nessuno, almeno fra di noi, che dica però non c'è questo, però manca quello, si ma non sono capaci etc...
Dobbiamo solo riflettere in silenzio, rimboccarci le maniche, lavorare ancor più di prima, collaborare con gli operatori penitenziari senza pensare ad inutili e controproducenti individualismi, fare fare e fare con sempre maggior convinzione in modo che quanto accaduto ieri, non accada più.
Io, come Presidente, per primo, seguito dai Consiglieri, dai responsabili di progetto e da tutti gli altri che si sentono di dover fare qualcosa per chi non ha più nemmeno la voce per chiedere aiuto.
Allora e solo allora potremo pensare alla persona che ieri si è tolta la vita e chiederLe, se lo vorrà, di perdonarci.

Buon lavoro a tutti.
Carlo Alberto Romano
Ecco l'elenco dei suicidi in carcere nel 2010 secondo l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere. Erano otto con la morte del ragazzo tunisino a Brescia, sono diventati dieci al termine di una giornata drammatica.

Fermo
Vincenzo Balsamo, 40 anni, uccisosi il 24 febbraio
Padova
Walid Aloui, tunisino di 28 anni, uccisosi il 24 febbraio
Brescia
detenuto tunisino di 27 anni, uccisosi il 23 febbraio
Spoleto
Ivano Volpi, 29 anni, uccisosi il 29 gennaio
Milano
Mohamed El Abbouby, 25 anni, uccisosi il 15 gennaio
Massa Carrara
Abellativ Eddine, 27 anni, uccisosi il 13 gennaio
Verona
Giacomo Attolini, 49 anni, uccisosi il 7 gennaio
Sulmona
Antonio Tammaro, 28 anni, uccisosi il 7 gennaio
Cagliari
Celeste Frau, 62 anni, uccisasi il 5 gennaio
Altamura
Pierpaolo Ciullo, 39 anni, uccisosi il 2 gennaio

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