giovedì 9 dicembre 2010
Sanità: parte la corsa ai vertici di Asl e ospedali
E' la corsa dei 700. Settecento aspiranti manager per 45 posti di vertice in aziende sanitarie e ospedali lombardi e un centinaio di "premi di consolazione" come direttori sanitari, amministrativi e sociali. E' la più grande spartizione politica che, ogni tre anni, di questi tempi si consuma in Lombardia. E' l'argomento più gettonato da qui a Natale nelle corsie degli ospedali e negli uffici delle Asl: c'è sempre il solito bene informato, il sindacalista che "sa tutto lui", il funzionario che sembra il tenutario dei segreti della stanza dei bottoni.
Entro il 23 dicembre, giorno in cui la giunta regionale, retta da Roberto Formigoni, dovrà designare i nuovi direttori delle Asl e delle Aziende ospedaliere lombarde (in tutto 45 nomine), si affosseranno carriere, si lanceranno in orbita nuove promesse della sanità lombarda, si regoleranno conti politici, si andrà all'incasso di promesse elettorali in una grande spartizione partitica nella quale il cittadino-paziente può solo sperare in due cose: che le persone scelte siano capaci indipendentemente dallo sponsor politico che le ha fatte sedere su quella poltrona e, visto quello che recentemente ci hanno raccontato le cronache, che siano persone oneste e trasparenti. Fino ad ora, è giusto dirlo, le cose sono andate abbastanza bene anche se quella che si sta consumando in queste settimane potrebbe essere una battaglia aspra, caratterizzata da tante, forse troppe, variabili politiche.
Innanzitutto questo sarà l'anno della Lega che reclamerà, secondo alcuni, poco meno della metà della torta a disposizione (una ventina di manager) facendo un grande balzo in avanti nel toto nomine approfittando anche del fatto che tra i commensali è sparita l'Udc, passata all'opposizione in Regione, e che all'interno del Pdl potrebbe aprirsi una lotta fratricida tra ex An ed ex Forza Italia che tre anni fa, prima della fusione, potevano contare su proprie "riserve indiane" e che ora devono, gioco forza, metter in comune le proprie aspirazioni con l'ulteriore variante che la componente ex An risulta indebolita dal terremoto Fini.
Insomma, ne vedremo delle belle e il 23 dicembre, armati di bandierine come Emilio Fede, attenderemo l'esito della riunione di giunta sulla Sanità. Per ora vi fornisco qui sotto l'elenco dei 700 che hanno ottenuto l'idoneità a concorrere ai posti di manager sanitari in Lombardia. Inutile dire che questa lista è solo una formalità e i criteri di scelta saranno tutti politici, ma è curioso vedere come, spulciando i nomi troviamo un po' di tutto: non solo medici, primari, ammiministratori in aziende sanitarie e ospedali, ma anche sindaci, ex parlamentari, persino consiglieri regionali, quasi a testimoniare che il conflitto di interessi è un optional e che la politica nelle nomine peserà più di tanti brillanti curricula.
Sanità lombarda, gli aspiranti manager
Entro il 23 dicembre, giorno in cui la giunta regionale, retta da Roberto Formigoni, dovrà designare i nuovi direttori delle Asl e delle Aziende ospedaliere lombarde (in tutto 45 nomine), si affosseranno carriere, si lanceranno in orbita nuove promesse della sanità lombarda, si regoleranno conti politici, si andrà all'incasso di promesse elettorali in una grande spartizione partitica nella quale il cittadino-paziente può solo sperare in due cose: che le persone scelte siano capaci indipendentemente dallo sponsor politico che le ha fatte sedere su quella poltrona e, visto quello che recentemente ci hanno raccontato le cronache, che siano persone oneste e trasparenti. Fino ad ora, è giusto dirlo, le cose sono andate abbastanza bene anche se quella che si sta consumando in queste settimane potrebbe essere una battaglia aspra, caratterizzata da tante, forse troppe, variabili politiche.
Innanzitutto questo sarà l'anno della Lega che reclamerà, secondo alcuni, poco meno della metà della torta a disposizione (una ventina di manager) facendo un grande balzo in avanti nel toto nomine approfittando anche del fatto che tra i commensali è sparita l'Udc, passata all'opposizione in Regione, e che all'interno del Pdl potrebbe aprirsi una lotta fratricida tra ex An ed ex Forza Italia che tre anni fa, prima della fusione, potevano contare su proprie "riserve indiane" e che ora devono, gioco forza, metter in comune le proprie aspirazioni con l'ulteriore variante che la componente ex An risulta indebolita dal terremoto Fini.
Insomma, ne vedremo delle belle e il 23 dicembre, armati di bandierine come Emilio Fede, attenderemo l'esito della riunione di giunta sulla Sanità. Per ora vi fornisco qui sotto l'elenco dei 700 che hanno ottenuto l'idoneità a concorrere ai posti di manager sanitari in Lombardia. Inutile dire che questa lista è solo una formalità e i criteri di scelta saranno tutti politici, ma è curioso vedere come, spulciando i nomi troviamo un po' di tutto: non solo medici, primari, ammiministratori in aziende sanitarie e ospedali, ma anche sindaci, ex parlamentari, persino consiglieri regionali, quasi a testimoniare che il conflitto di interessi è un optional e che la politica nelle nomine peserà più di tanti brillanti curricula.
Sanità lombarda, gli aspiranti manager
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