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martedì 14 dicembre 2010

Sanità e verginità: do you remember il 1995?

Roberto Formigoni con Luciano Bresciani

Nella settimana di passione per i manager della sanità lombarda (il 22 o il 23 dicembre si decideranno i nuovi vertici di aziende ospedaliere e sanitarie della regione, in tutto 45 poltrone che fanno gola a tanti) qualcuno si è scoperto vergine. Politicamente illibato e umanamente sdegnato davanti ad una parola: lottizzazione. Davanti ad una intervista che ha fatto scalpore come quella di Luciano Bresciani, assessore regionale alla Sanità, medico leghista, uno abituato a dire le cose come stanno, uno che in una trasmissione di Report sulla sanità, chiamato a giudicare il potere di Cl e Compagnia delle opere nelle corsie degli ospedali lombardi ha semplicemente detto: "Non giudico un alleato politico", lasciando intendere ciò che tutti sanno nel gioco dei poteri all'ombra del Pirellone.
Così  ecco che Bresciani alla vigilia di Santa Lucia, sulle colonne del Corriere della Sera, detta la linea sulle nomine in Sanità, spiega con quale logica verranno fatte le scelte. Spiega il piccolo e semplice assioma secondo il quale: «La logica nella nomina dei direttori generali di Asl e ospedali è fondamentalmente legata al peso del voto espresso dalla popolazione. Le proporzioni saranno pesate sul volume di preferenze ottenute dagli alleati». E per chi non avesse capito l'antifona ha saputo essere più esplicito: «La percentuale dei voti presi dalla Lega alle ultime elezioni si traduce in 18 manager. È un principio su cui non si può trattare». Punto. E al giornalista che gli chiede che sia una versione riveduta e corretta del manuale Cencelli precisa: "Non è lottizzazione. È semplicemente l'unico modo per rispettare il mandato degli elettori. Il popolo sceglie da chi vuole essere rappresentato. Una volta definito il numero di direttori generali che ci spettano in base ai risultati elettorali, i consiglieri della Lega mi indicano le loro preferenze, ossia quali Asl e ospedali è meglio avere e in che proporzioni rispetto alle 18 poltrone totali. Il Pdl fa lo stesso con i suoi".
Tutto per Bresciani ha una logica: «Bisogna decidere se fare filotto: cioè se la stessa coalizione politica può aggiudicarsi sia l'Asl sia l'ospedale nella stessa città. Per me è più democratico non farlo. A questo punto viene scelto il manager migliore sulla base degli obiettivi politici che devono essere centrati nel singolo territorio. Ovviamente la nomina cade su uomini di fiducia. La meritocrazia non è in discussione. Vengono scelti solo direttori generali in grado di guidare bene l'ospedale e l'Asl in cui sono stati nominati. Ma, inutile nasconderlo, il loro ruolo è di intermediari tra la tecnica e la politica».
Parole chiare che oggettivamente non sorprendono più di tanto visto che in Italia possono anche cambiare le maggioranze, ma i metodi lottizzatori restano immutabili. Che qualcuno espliciti poi questi metodi con tanta chiarezza può essere letto quasi come un tributo alla trasparenza. Parole che invece hanno fatto indignare molti, a partire dal presidente della Regione, Roberto Formigoni, per passare ad esponenti di Pd e Italia dei Valori. Il democratico Maurizio Martina, omologo regionale di Pierluigi Bersani, si spinge addirittura ad argomentare: «Il metodo di spartizione delle poltrone in ambito sanitario, spiegato candidamente dall'Assessore regionale leghista Luciano Bresciani, sancisce che siamo ancora alla vecchia politica spartitoria che fa prevalere gli interessi di partito sulla professionalità e le competenze dei manager. E' disarmante che sia proprio l'assessore alla sanità di una regione come la Lombardia a teorizzarlo con serenità. Aspettiamo di capire se nel centrodestra prevarrà questa logica sgangherata o si avrà il coraggio di rimettere in discussione seriamente questo modo di fare, con metodo nuovo e trasparente di selezione delle responsabilità prima di tutto in base alle competenze, all'esperienza e alle capacità. Sfidiamo l'assessore a venire rapidamente in aula ad esplicitare sino in fondo il suo ragionamento da noi ritenuto totalmente sbagliato».
Sembra quasi voler sostenere che si sapeva che le scelte erano politiche, ma sentirselo dire con tanta schiettezza non è bello. Meglio l'ipocrisia e la memoria corta.
Proprio per ricordare come  sono sempre andate le cose in Lombardia copio e incollo, come fosse una intercettazione telefonica, una riunione presso ufficio di presidente del Pirellone per decidere le nomine dei manager sanitari del gennaio 1995 svelata in un articolo, che fece scalpore, del Corriere della Sera del 2 gennaio di quell'anno. Buona lettura a tutte le anime belle...

"Noi vi lasciamo Magenta e ci portiamo a casa Vimercate". 
"Molla Cernusco e facciamo un discorso su Garbagnate". 
"A Lecco mandate chi volete, ma non un pidiessino, sennò Cristofori ci resta di merda".
"Se non mi date il Gaetano Pini, mi dimetto e fate la giunta con il Pds".
"Se Piazza va a Lecco, e Berger al posto di Crotti, mettiamo Arduini a Milano 2, ma Riboldi resta fuori".
"A Cernusco sono d' accordo di mettere uno del Pds e Crotti su Milano 6".
"Posso chiedere ai pidiessini di spostarsi da Cernusco a Garbagnate".
"Abbiamo Milano 2 con Arduini, recuperiamo Garbagnate e Cernusco e cediamo loro Magenta".
"Per Piazza va bene Cernusco. Mancini resta a Saronno. Amadei non lo vogliono a Legnano".
"E Mancini a Colombano?".
"Non ci va".
"Se facciamo cosi' , la Margherita da' le dimissioni".
"Seghiamo il Piazza e portiamo (nome incomprensibile) su Cernusco".
"Mi girano i coglioni a mettere il Cucci. Mi bevo la cicuta di Brescia, ma non posso cacciar via Pantè a calci nel culo".
"E Corbani? A lui interessa piu' Piazza, Fazzone o Berger?".
"Non puoi fare una verifica? Digli: tre non ci sono, due si ".
"Cucci no: dopo lo scherzo che ci ha fatto lui, premiare  'sti stronzi".
"Mattei va bene, glielo garantiamo noi".
"Non posso penalizzare troppo il Pds. Piuttosto, i giornalisti continuano a telefonare...".
"Mettete giu' i telefoni e buonanotte".
"A Bergamo e Brescia alla fine ne abbiamo 1".
"Pante' risponde, non c' e' problema. Ha fatto la campagna elettorale".
"A questo punto la situazione è questa: mi si chiede di mollarne uno su Brescia, salta uno anche su Milano, Lecco per un giro particolare lo dovrò dare al Pds".
"Un pidiessino a Lecco no!".
"Su Bergamo ho detto a Patelli che non ce la faccio".
"Noi ne perdiamo uno su Milano, quello di Sondrio ci va bene, per fare al presidente l' operazione che ci eravamo impegnati".
"Su Lecco Patelli chiede Ricci".
"Ho detto a Patelli: su Pante' ci impegniamo noi, e il coordinatore diventa della Lega".
"Quanti della prima linea restano fuori?".
"Mancini e Durante".
"Chi e' all' Usl di Monza. Gallo? Diaz e' fuori".
"Diaz bisogna che vada a Magenta".
"Potrei mettere Riboldi a Varese". "Perche' Riboldi?".
"Fammi fare una verifica con Rossoni".
"Non posso permettere al buon Rossoni che mi prenda anche Cantu' ".
"Mi salta uno a Brescia, mi salta Lecco per garantire Corbani o un pidiessino. Salta un milanese, mi e' saltato anche Sondalo. Patelli insiste su quell' altra cosa che mi complica Brescia".
"Su Milano io sono disposto a scambiare Magenta che a te interessa. Mandiamo Donzelli a Vimercate e Cernusco me lo porto a casa io".
"Dunque, a Milano, su 17 Usl e 8 ospedali, il Ppi ha 5 Usl e 2 ospedali, mi pare ragionevole".
"Voi chiudete con 2 ospedali, San Carlo e Fatebene, e 3 Usl, noi con 3 ospedali e 5 Usl, la Lega con un ospedale e 6 Usl, il Pds 2 piu' 2".
"Portano a casa piu' loro".
"Dove va Fazzone? Non c' e' Berger? A quello non gliene frega un cazzo di Piazza, vuole Fazzone. Mettilo su Milano 2".
"Al 27 Donzelli, al 28 Gastoia... Icp a Matiussi, al Pini Spaggiari...".
"Cosi' Corbani non ne ha neanche uno".
"L'Abbate la metto su Viadana".
"Metti Mancini sulla Usl di Mantova".
"Ma il Pds ne ha sei, con Donzelli e Mancini".
"Almeno uno lo dobbiamo dare a Corbani".
"Allora Fazzone a Lecco, la Lega perde Magenta e ci mettiamo Diaz".
"No, Diaz a Lecco e Fazzone a Magenta".
"Stiamo riempiendo di pidiessini e di Corbani".
 "Mancini dove l' hai messo? Togli Riboldi e metti Mancini".
"Riboldi a Mantova".
"Chiama Galli. Fazzone dove l' hai messo?".
"Non riesco piu' a dare il posto a Corbani". 
"Cinque su 17? Ma guarda la Lombardia! Sempre la Lega eh?".
"No Stefano, non e' sempre la Lega. Diaz va a Lecco, resta fuori Berger, ma a Corbani interessa di piu' Fazzone".
"Portare Fazzone su Garbagnate e' una cazzata".
"La complichi ancora!".
"Non se ne parla nemmeno, lo voglio al Pini. Senno' avete le mie dimissioni seduta stante e fate la giunta con il Pds. Chi se ne fotte di Magenta? A Magenta mettete Spaggiari, al Pini va Fazzone!".
"Non ho problemi. Datene pure otto al Pds e fate un' altra giunta... Dovete dare per scontato che ci sara' l' attacco dei giornali sulla lottizzazione selvaggia. Adesso vi assumete la responsabilità , io me ne vado".
"Chiamate Rossoni".
"Giovanni, Corbani sta diventando un problema della maggioranza".
"Non posso sparare nelle gambe a Margherita! Se vuol fare la cretina la faccia".
"Vieni giu' a dirglielo".
"Giovanni, gliel' ho gia' detto: se vuole dimettersi, si dimetta!".
"Comunque, Corbani Garbagnate se lo sogna".
"Chiama di qui il presidente. Vediamo: 24 al Ppi, 14 alla Lega, 10 a noi, allora il Pds ne ha 7".
"No, otto".
"Per il Ppi: Tellini, Carenzi, La Marca, Mantegazza, Piccolo, Caresi, Leoni, Dusina, Comensoli, Frera, Praldi, Conz, Bertoja, Mariani, Miglio, Granata, Candiani, Santagati, Catarisano, Provera, Tana, Sala, Spaggiari, Beretta. Lega: Tessera, Bai, Rotasperti, Bonacina, Lodigiani, Piermattei...".
"C' e' un problema. Stella a Voghera aveva detto che era pronto a dimettersi, ma poi non l' ha fatto. Per una legge, anticostituzionale senza dubbio, non puo' avere la nomina li' ".
"Cerca Giovanni. E' andato verso casa. Ha il cellulare: 0337 3722...". 
"La giunta ha dato l' interpretazione autentica del decreto 517, e le dimissioni dall' Usl di appartenenza dovevano essere fatte prima. Chiunque puo' fare ricorso. Albini, il funzionario che deve firmare il decreto, non vuole".
"Rischiamo il ricorso? Oppure nominiamo Stella a Vigevano e Catalesano a Voghera, tanto sono tutti e due nostri, nell' intergruppo. Poi si dimettono e chiedono il trasferimento. Giovanni, io faccio quello che dici tu. Catalesano a Voghera, Maggioni a Vigevano e Stella a Pavia. Ti passo Baruffi, poi chiama a casa Stella".
"Ciao! C'e' questa complicazione. Riguarda anche uno della Lega. Il problema e' quello che dice Sarolli: lo scambio e' difficile ma non impossibile. Se Albini firma la delibera... Ma se questo si rifiuta".
"Su questa roba Azzaretti fa subito ricorso! L' unico che puo' convincere Albini e' Nanni".
"Chiama il presidente perche' bisogna chiarire con lui la questione Corbani".
(conversazioni raccolte da Elisabetta Rosaspina
e tratte dall'archivio storico del Corriere della Sera)

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