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giovedì 16 dicembre 2010

Diciotto

I giornali ci dicono, sulle nomine dei manager sanitari, che Umberto Bossi sta con il suo assessore regionale e medico personale Luciano Bresciani che rivendica il primato, diciamo così, della politica sulle prossime designazioni e che alla Lega non andranno meno di 18 direttori generali (su 29 manager di aziende ospedaliere, 15 direttori di Asl e il responsabile dell'Azienda emergenza e urgenza, il 118) e il prossimo anno due su 4 fra i responsabili degli istituti di ricerca.
Ora che le proporzioni sono fissate, tentiamo un pronostico su Brescia (precisazione d'obbligo: stiamo facendo del puro calciomercato)? Una delle due Asl (probabilmente la Valcamonica) e una o due aziende ospedaliere su tre. Se il Pdl manterrà Asl di Brescia e Ospedale Civile, attualmente impegnato in un radicale piano di riqualificazione (leggi: appalti per milioni di euro) gli enti sanitari di maggior peso e visibilità in provincia, la Lega, oltre a mantenere la guida dell'azienda ospedaliera di Desenzano (magari semplicemente, come era capitato per il predecessore Mauro Borelli, cambiando il direttore generale che, avendo maturato una certa esperienza, può essere destinato a strutture di maggior peso) potrebbe anche aggiudicarsi quella di Chiari (città del senatore leghista Sandro Mazzatorta) "lasciata libera" dall'Udc non più in giunta regionale e, quindi, fuori dai giochi. A compensare gli sbilanciamenti, poi, come sempre accade in questi casi, entreranno in campo le scelte dei direttori sanitari, amministrativi e sociali degli enti maggiori (soprattutto Civile e Asl di Brescia). Anche su queste la politica avrà comunque un peso determinante, alla faccia della tanto sbandierata meritocrazia.

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