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mercoledì 23 settembre 2009

David - Barack, Bruno - Silvio: ma quanto sono distanti questi mondi






Ho assistito ieri al David Letterman show con Barack Obama e ho sofferto di nostalgia. Nostalgia per un confronto che non fosse sudditanza; nostalgia per un politico che non fa giri di parole, che non risponde alle critiche aspre con gli insulti, ma difendendo le proprie convinzioni. Insomma,guardavo il presidente degli Stati Uniti seduto davanti ad uno degli show man più stimati e autorevoli d'America e pensavo alla messa cantata di una settimana prima a Porta a Porta di Silvio Berlusconi con Bruno Vespa. Facevo un parallelo e non ho potuto non notare le distanze abissali non tanto nel format (Vespa fa approfondimento giornalistico, Letterman fa uno show e come tale è uno spettacolo) quanto nei fondamentali (Letterman mi è sembrato quasi più giornalista di Vespa, per nulla intimorito dalla presenza di Obama, lieve ma puntuto nell'evidenziare i punti deboli dell'interlocutore come i rapporti con la signora Clinton, ad esempio, o le aspre critiche repubblicane alla riforma sanitaria o, ancora, l'efficacia della ricetta per uscire dalla crisi). Quello negli studi della Cbs non è stato come in via Teulada un "one man show", ma un confronto di sostanza. E, particolare non secondario, non si sono sentite parole come "farabutti" anche quando a Barack Obama sono stati ricordati gli insulti Repubblicani sul nodo sanitario. "Capisco i timori di molti - ha ribadito nella sostanza il Presidente - ma questa riforma è necessaria perchè un numero sempre maggiore di americani vende la casa e perde il lavoro per far fronte alle spese sanitarie. Una situazione che altri paesi occidentali faticano persino a capire".
E lo stesso Obama ha affrontato il tema della guerra senza retorica, dicendo semplicemente una cosa: sono io che comunico ai famigliari dei soldati caduti che i loro figli sono morti per l'America e quindi prima di mettere a rischio la loro vita voglio pensarci bene. Lo stesso parlando di economia e dicendo senza livore che nella precedente amministrazione i ricchi sono diventati sempre più ricchi e il ceto medio non è cresciuto con altrettanta rapidità. Così come non sì è pensato alle regole ed ora, controvoglia, si è costretti ad intervenire iniettando denaro pubblico nel sistema (un principio fuori dalla logica americana, ma necessario). Nel momento per lui forse più difficile, in cui sul tema della sanità è più esposto alle critiche, dalla bocca di Obama non è uscito un insulto, ma, al contrario, comprensione ("capisco, ma noi pensiamo che..."). E dall'altra parte della scrivania David Letterman ha fatto più il giornalista che lo show man, dando una lezione a molti con il tesserino dell'Ordine in tasca.
Insomma, detto con tristezza mista ad invidia, mi sembrava di essere planato su un altro pianeta.
O forse siamo noi in questa Italia di "farabutti" che stiamo diventando degli extraterrestri?






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