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sabato 15 agosto 2009

Galleggiando a ferragosto


"Oggi vi dico la verità: amo Berlusconi e Tremonti, amo Franceschini e Bersani, amo Di Pietro, Bertinotti e Vendola, amo Ferrero e pure Veltroni, amo addirittura D'Alema e Napolitano, amo perfino Gelmini, Ratzinger, Maroni, Calderoli e financo La Russa... Lo psichiatra mi ha prescritto una vacanza". Jena (da La Stampa del 15 agosto 2009)


Ferragosto è uno di quei strani giorni in cui l'afa ti si appiccica al corpo come la fatica di vivere. In cui, se non sei lontano, ammaliato da spiagge e nuove scoperte, ti lasci galleggiare nel nulla, nel caldo, avvolgente, nulla. Un non luogo fatto di titoli di giornale che ti raccontano di una ripresa economica che forse ci sarà, di una politica che ama sostituire i fatti alle provocazioni, le polemiche ai confronti, di posti difficili come i centri per immigrati che l'estate del pacchetto sicurezza ha trasformato in polveriere come le carceri prima della legge Gozzini o di luoghi fantastici come gli azzurri fondali dell'Australia.
Ti lasci galleggiare nell'afa di ferragosto e ti interroghi sulle cento cose che ti possono bastare per vivere (dalla provocazione di un manager americano che ha chiesto sul web cosa sia veramente indispendabile). Leggi, pensi e sorridi quando scopri che c'è chi non potrebbe vivere senza scarpe da jogging. Guardi le foto delle tendopoli del Darfur, ti viene in mente San Francesco e ti verrebbe voglia di scrivere che fra le 100 cose indispensabili per vivere tu ci mettersi anche la libertà, alla bisogna, di mandare qualcuno a quel paese; meglio se attingendo al colorito dialetto bresciano (così anche la Lega è più contenta in questo ferragosto dove Bossi da Ponte di Legno, parla di idiomi locali e la Padania si improvvisa plurilingue).
Bighelloni in questo ferragosto silenzioso e ti imbatti nella storia di Stan Cattermole (ma questo più che un nome forse è solo uno pseudonimo), un bruttino stagionato, che delle sue disavventure con le donne rende conto su un blog che ha chiamato Bete de Jour (Bestia di giorno). Così forse non avrà mai una fidanzata, ma si è assicurato centinaia di lettori abituali, che seguono le sue avventure (o è meglio chiamarle disavventure?) sentimentali on line, famigliarizzando con la faccia deforme dell' Elephant man cinematografico nel quale Stan si è immedesimato. Il successo con le ragazze per ora non gli arride, ma nel mondo multimediale cucca come George Clooney. Stan, il brutto anatroccolo (così l'ha chiamato Francesca Paci su La Stampa di oggi) troverà mai la fidanzata? Nel ferragosto appiccicoso dell'ozio e delle fantasie tutto è possibile. Auguri, dunque: perchè fra le cento cose indispensabili per vivere io ci metterei senz'altro anche la speranza.



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