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giovedì 8 ottobre 2009

"La legge è uguale per tutti". Una bella lezione di democrazia


"Scrivere una Costituzione è come costruire una casa, la casa comune degli italiani. E una casa non la si costruisce se non dalle sue fondamenta. Dobbiamo dire quali sono le fondamenta della convivenza degli italiani" (Aldo Moro, discorso alla Costituente)


"La legge è uguale per tutti". E' un principio quello ribadito ieri dalla Corte Costituzionale che si è pronunciata sul Lodo Alfano che riconcilia con questa Italia che spesso si fatica a capire. Con questi italiani (alcuni ovviamente) che nel '92, ai tempi di mani pulite, applaudivano ai titoli di Vittorio Feltri "Hanno preso il cinghialone" (il riferimento era ai primi guai giudiziari di Bettino Craxi) e ora parlano di giustizia ad orologeria, dipingendo di rosso persino le toghe dei giudici costituzionali.
"La legge è uguale per tutti" e "La Costituzione si riforma con leggi costituzionali". Mi sembrano principi di buon senso e avrei faticato a pensare un organo garante come la Consulta che annacqua gli enunciati di una delle Costituzioni migliori del mondo per legittimare una legge malfatta perchè animata da un solo obiettivo: salvare il primo ministro da alcuni processi in corso (che, comunque vadano, saranno prescritti presto).
Povera l'Italia che davanti ad una sentenza di cui dovremmo andare orgogliosi per i principi che difende deraglia attaccando tutto e tutti, mettendo di mezzo un popolo che ha sì deciso e legittimamente in un certo modo ma non per questo bisogna usarlo come una clava per demolire i principi dello Stato. Qui forse ha ragione Mino Martinazzoli nel suo ultimo libro ("Uno strano democristiano" - Rizzoli) quando citando Aldo Moro spiega "la maggioranza governa non perchè ha ragione, ma ha ragione di governare perchè è maggioranza. E soprattutto, è importante ricordare che nessuna maggioranza parlamentare, per quanto grande che sia, potrebbe violare quei principi sanciti dalla Costituzione repubblicana". Pillole di democrazia che dovrebbero preservare il nostro instabile cuore di italiani dalle fibrillazioni. Saggezza democratica che ieri sera ha distillato anche Rosy Bindi a "Porta a Porta" a fianco di Pierferdinando Casini. Il ragionamento di entrambi ha messo all'angolo le obiezioni di Angelo Alfano e Roberto Castelli, Ministri della giustizia, attuale ed ex, di Centro destra, ancora una volta ancorate all'assioma giudici-comunisti. "Fate una riforma della giustizia che garantisca processi rapidi e imparziali e se sarà sensata la voteremo" hanno spiegato gli esponenti dell'opposizione. La risposta l'ho letta oggi sui giornali: Berlusconi ha detto che andrà a Milano e si difenderà nei processi che lo vedono imputato; a Roma intanto qualcuno sta già pensando ad un decreto che blocchi di fatto i procedimenti.
Povera Italia senza statisti, povera costituzione e poveri custodi stritolati in una nazione che sembra aver perso il senso della vita democratica.


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