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mercoledì 17 giugno 2009

Quale futuro dopo il carcere?



Riunione di redazione di "Zona 508" giornale delle carceri bresciane di Verziano e Canton Mombello: area didattica del penitenziario di Verziano, sulla lavagna "tracce" della prova scritta di matematica per gli esami di terza media, ai banchi un gruppo di redattori con la voglia di raccontarsi, storie un po' sbandate in un inizio estate che, come sempre da queste parti, si preannuncia fatto di caldo e noia, visto che le attività di socializzazione si esauriscono con l'inizio del periodo feriale. Tema della giornata, scegliere l'argomento per il prossimo numero di "Zona 508", nasce l'idea di raccontarsi ai ragazzi che ogni anno, nelle scuole della provincia, partecipano al "Progetto carcere", un'iniziativa dell'associazione "Carcere e territorio" che vuole far conoscere la realtà penitenziaria agli studenti. Ragazzi che spesso si sono costruiti un'idea della detenzione molto americana con le risse e gli accoltellamenti in mensa, le divise e il braccio della morte. Scenari che - raccontano i volontari - stupiscono per la scarsa conoscenza che si ha della realtà carceraria italiana, una realtà che, nei casi della vita, può toccare a chiunque fosse solo per un giorno.
Già, raccontarsi: ed è così che esce la madre di tutte le domande, l'assillo di chi ha voglia di lasciarsi alle spalle per sempre la cella quando avrà pagato i suoi conti con la giustizia. "Chi vogliono far uscire da queste carceri?" si chiedono i detenuti "Una persona capace di costruirsi un futuro onesto, o qualcuno che è destinato, prima o poi, a tornare?". Gli interrogativi di sempre agitano quelle braccia tatuate, quelle storie spesso fatte di valori sbagliati e di tossicodipendenza, quelle storie che ora cercano di interpretare un futuro con il timore che oltre il "blindo" (la porta della cella) torni ad esserci la giungla e una strada fatta di emarginazione, marciapiedi, delinquenza e disoccupazione.
Vorrebbero raccontarsi ai ragazzi i redattori di "Zona 508", ma li vedrei bene in un'audizione alla Commissione giustizia di Camera e Senato a discutere di come spesso le riforme si dimenticano di destinare risorse umane ed economiche per l'attuazione di un principio costituzionale: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato" (articolo 27, comma 3°). C'è andato Beppe Grillo in Parlamento, perchè non aprire le porte per un giorno a queste storie difficili e a queste voglie di riscatto?



Esperienze carcerarie 1:



Esperienze carcerarie 2:

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