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giovedì 18 giugno 2009

L'emergenza e la rete

Il fatto: a San Felice del Benaco (paese della sponda bresciana del lago di Garda) centinaia di persone sono a letto colpite da un virus gastroenterico con febbre, vomito e diarrea. Per dare una proporzione del fenomeno il medico di base del paese spiega che sono almeno una settantina al giorno i pazienti che si presentano al suo ambulatorio con questi sintomi. La causa? Probabilmente l'acqua dell'acquedotto, tanto che il sindaco su indicazione dell'Asl ha chiuso i rubinetti in attesa dell'esito delle analisi. In paese intanto è emergenza. Con il suo corollario di reticenze, sottovalutazioni ad arte del fenomeno, scarsa trasparenza da parte di chi (ad esempio l'ente gestore dell'acquedotto) dovrebbe informare sulla reale situazione. Un esempio: sia il sito della Società Garda Uno che gestisce la rete idrica, sia quello dell'Asl di Brescia al momento in cui scriviamo non riportano notizie e informazioni di pubblica utilità sull'accaduto. Persino i giornali sono costretti a rivolgersi a medici di base, pronto soccorsi, amici e conoscenti per capire l'entità del fenomeno, per ovviare al muro di gomma istituzionale fatto di comunicati che hanno un unico scopo. gettare acqua sul fuoco parlando di circa 150 casi di infezione intestinale, quando solo il medico di base del paese ne avrà curati quasi quattro volte tanto.

Mentre la gente fa la fila davanti ai punti di distribuzione dell'acqua e qualche albergo chiude per evitare danni all'immagine e alla clientela, Maurizio Molinari, gardesano di S.Felice con più di una cognizione informatica, apre il suo blog all'emergenza cercando, come può, dal suo letto di dolore (visto che è stato anche lui colpito dalla gastroenterite) di dare notizie, rassicurazioni, offrire una piazza virtuale a chi ha necessità di capire.

In breve quel sito diventa il polso della situazione a S. Felice. Su quei post corre la rabbia , la paura, lo sdegno. Qui monta la protesta per i troppi silenzi. Ieri tramite quel blog ho lanciato anch'io, da giornalista di Bresciaoggi, un appello a raccontare storie e disagi, ad aiutare un cronista a ricostruire una storia dribblando i tanti, imbarazzati, no comment. Così, nella ricostruzione della notizia, la rete ha camminato parallelamente alla strada (altro indispensabile canale di approvvigionamento delle notizie) e alle fonti istituzionali: ne è nato un mix che ha cercato di ricostruire con la maggiore attendibilità possibile (qui il ruolo professionale di chi fa informazione resta indispensabile) una situazione altrimenti difficilmente valutabile nella sua completezza. Una sinergia tra rete e giornalismo tradizionale che a mio parere ha dato buoni frutti, aprendo strade inedite verso l'informazione del futuro, verso il mutuo soccorso tra giornalista - professionista e giornalista - cittadino. Il nostro futuro di operatori dei media parte da S.Felice del Benaco? Vedremo... un sentiero è tracciato.

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