mercoledì 4 maggio 2011
Nome in codice Geronimo
Avete visto Nonna Papera? Sì, forse era è quella seduta nella "situation room" (vedi la foto al post di ieri) con la mano alla bocca e la tensione dipinta in volto? Chissà se qualcuno ha battezzato il segretario di Stato Hillary Clinton come l'anziana signora coi piedi palmati nota nell'universo Disney per la bontà delle sue torte?
Certo è che l'operazione che ha portato all'uccisione di Osama bin Laden ora diventa un copione, una fiction buona per l'immaginario, un racconto da tramandare ai posteri con il suo bagaglio thriller e i suoi nomi in codice.
Così Osama è diventato Geronimo, come il capo Apaches contro il quale gli americani scatenarono 5 mila soldati fino alla resa, nel 1886, a Skeleton Canyon in Arizona. I soliti americani pronti a pescare nei tempi eroici per vestire nemici moderni di un po' di leggenda, dimenticando però (ce lo ricorda Guido Olimpo sul Corriere.it) che se Osama fu uno spietato terrorista, Geronimo vide la sua famiglia sterminata dai messicani e gli Apaches le proprie terre depredate dai coloni e dalla parte del terrore, in quegli anni, come hanno sottolineato molti, c'erano altri e non certo i nativi americani.
Paragonare Bin Laden a Geronimo sarà anche politicamente poco corretto ma che importa: la fiction vuole la sua parte, il suo slang; gli "Hvt" (i bersagli ad alto valore), gli "E-Kia" (il nemico ucciso in azione) esigono un tributo alla mitologia, cosi come la stanza delle menti pensanti, dei consulenti ritratti alla Casa bianca mentre seguono in diretta le fasi del blitz. "Consiglio di volpi, strage di galline" dice un vecchio proverbio abruzzese, ma qui non siamo alla fattoria di Lupo Alberto ma nella stanza dei bottoni di una superpotenza in cui sono passati in tanti da Jfk a George Bush, da Abramo Lincon a Lyndon Johnson e poi giù di copioni cinematografici, giù di grandi nomi della cinematografia.
Li vedi lì con gli sguardi tesi e preoccupati e ti aspetti che qualcuno irrompa nella stanza con la più ferale delle notizie: "Hanno ucciso l'Uomo ragno chi sia stato non si sa forse quelli della mala forse la pubblicità"...
Certo è che l'operazione che ha portato all'uccisione di Osama bin Laden ora diventa un copione, una fiction buona per l'immaginario, un racconto da tramandare ai posteri con il suo bagaglio thriller e i suoi nomi in codice.
Così Osama è diventato Geronimo, come il capo Apaches contro il quale gli americani scatenarono 5 mila soldati fino alla resa, nel 1886, a Skeleton Canyon in Arizona. I soliti americani pronti a pescare nei tempi eroici per vestire nemici moderni di un po' di leggenda, dimenticando però (ce lo ricorda Guido Olimpo sul Corriere.it) che se Osama fu uno spietato terrorista, Geronimo vide la sua famiglia sterminata dai messicani e gli Apaches le proprie terre depredate dai coloni e dalla parte del terrore, in quegli anni, come hanno sottolineato molti, c'erano altri e non certo i nativi americani.
Paragonare Bin Laden a Geronimo sarà anche politicamente poco corretto ma che importa: la fiction vuole la sua parte, il suo slang; gli "Hvt" (i bersagli ad alto valore), gli "E-Kia" (il nemico ucciso in azione) esigono un tributo alla mitologia, cosi come la stanza delle menti pensanti, dei consulenti ritratti alla Casa bianca mentre seguono in diretta le fasi del blitz. "Consiglio di volpi, strage di galline" dice un vecchio proverbio abruzzese, ma qui non siamo alla fattoria di Lupo Alberto ma nella stanza dei bottoni di una superpotenza in cui sono passati in tanti da Jfk a George Bush, da Abramo Lincon a Lyndon Johnson e poi giù di copioni cinematografici, giù di grandi nomi della cinematografia.
Li vedi lì con gli sguardi tesi e preoccupati e ti aspetti che qualcuno irrompa nella stanza con la più ferale delle notizie: "Hanno ucciso l'Uomo ragno chi sia stato non si sa forse quelli della mala forse la pubblicità"...
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