"Solo chi è senza cervello può votare a sinistra"Stiamo facendo dei passi avanti nella anatomia elettorale secondo il nostro presidente del Consiglio: dallo scroto (ricordate quel "non penso ci siano così tanti coglioni in Italia che possano votare a sinistra" dell'aprile del 2006?) siamo passati alla scatola cranica e mi sembra già un bel passo avanti. Ma. battute a parte, è giusto chiedersi in queste ultimi stralci di campagna elettorale per le amministrative: da che parte sta il cervello?
Silvio Berlusconipresidente del Consiglio
Dovrebbe stare, ci piace crederlo, dalla parte del bene comune, dalla parte della politica che governa, dalla parte della politica che risolve e che non si limita ad indicare i problemi; dalla parte della politica che scioglie e affronta le paure e non le crea e le alimenta per scopi elettorali; dalla parte della politica che affronta i bisogni di tutti e non gli interessi di pochi. Dalla parte, per dirla con l'enciclica "Gaudium et spes", della politica che sa creare "l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente".
Insomma, il cervello dell'elettore medio, un bel cervello pensante e autonomo, dovrebbe stare dalla parte di una politica che vuole crescere, che coltiva l'etica e che ha più progetti che slogan. Ma esiste questa politica? Il mio povero cervello, ad onor del vero, la sta ancora cercando. Ma forse, ne sono consapevole, questo è un limite solo mio.
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