martedì 24 maggio 2011
Italian revolution, parlando di uguaglianza e Costituzione
Una mattinata libera e una buona iniziativa ti danno l'occasione di testare con mano il dialogo tra due mondi: quello dei giovani, studenti di scuola superiore, e quello che, per usare un linguaggio convenzionale, potremmo definire "classe dirigente".
Che hanno da dirsi studenti alla soglia della maturità, un giudice della Corte costituzionale come Giuseppe Frigo e un magistrato come Alessandra Galli, figlia di Guido Galli, il giudice assassinato dalle Brigate Rosse il 19 marzo 1980 all'Università di Milano? Parlando di Costituzione (ecco alcuni dettagli in diretta dai miei twett) innanzitutto si sono detti che la Carta oggi è attuale più che mai, rimane l'esempio di uno sforzo encomiabile che ci ha spinto con forza dalla dittatura alla democrazia, uno sforzo che non è morto, che va ancora coltivato con cura, che richiede ancora un cammino che porti all'attuazione piena di principi fondamentali come quelli dell'Uguaglianza. Il discorso è alto, il brusio di sottofondo inquieta un po' e da il segno di una comunità giovane, fieramente multitasking ma poco temprata al ragionamento. Nonostante ciò gli acuti non mancano e ci piace coglierli come prove tecniche di Italian revolution. "Voi avete parlato di uguaglianza dei cittadini, ma io non mi sento e non sono uguale al presidente del consiglio" chiede uno con il piglio del leader. "Lei cosa pensa del legittimo impedimento, dei referendum e poi si parla di legalità, ma qui nessuno rispetta le regole" incalza una ragazza rivolta direttamente a Giuseppe Frigo. "Noi abbiamo fatto assemblee, documenti ma nessuno ci ha ascoltato, come far sentire la nostra voce?" chiede un altro scatenando l'applauso. Piccoli segni di riscossa civile, insperati in una mattinata che sembrava defluire anche un po' distrattamente secondo il più classico schema della lezione unidirezionale. "Bene così" ha osservato il giudice della Consulta lasciando la sala, dopo aver detto che per farsi sentire bisogna trovarsi, confrontarsi, elaborare dei progetti, essere tenaci perchè solo con tanta tenacia anche i più sordi possono sentire. Puerta del Sol docet...
Che hanno da dirsi studenti alla soglia della maturità, un giudice della Corte costituzionale come Giuseppe Frigo e un magistrato come Alessandra Galli, figlia di Guido Galli, il giudice assassinato dalle Brigate Rosse il 19 marzo 1980 all'Università di Milano? Parlando di Costituzione (ecco alcuni dettagli in diretta dai miei twett) innanzitutto si sono detti che la Carta oggi è attuale più che mai, rimane l'esempio di uno sforzo encomiabile che ci ha spinto con forza dalla dittatura alla democrazia, uno sforzo che non è morto, che va ancora coltivato con cura, che richiede ancora un cammino che porti all'attuazione piena di principi fondamentali come quelli dell'Uguaglianza. Il discorso è alto, il brusio di sottofondo inquieta un po' e da il segno di una comunità giovane, fieramente multitasking ma poco temprata al ragionamento. Nonostante ciò gli acuti non mancano e ci piace coglierli come prove tecniche di Italian revolution. "Voi avete parlato di uguaglianza dei cittadini, ma io non mi sento e non sono uguale al presidente del consiglio" chiede uno con il piglio del leader. "Lei cosa pensa del legittimo impedimento, dei referendum e poi si parla di legalità, ma qui nessuno rispetta le regole" incalza una ragazza rivolta direttamente a Giuseppe Frigo. "Noi abbiamo fatto assemblee, documenti ma nessuno ci ha ascoltato, come far sentire la nostra voce?" chiede un altro scatenando l'applauso. Piccoli segni di riscossa civile, insperati in una mattinata che sembrava defluire anche un po' distrattamente secondo il più classico schema della lezione unidirezionale. "Bene così" ha osservato il giudice della Consulta lasciando la sala, dopo aver detto che per farsi sentire bisogna trovarsi, confrontarsi, elaborare dei progetti, essere tenaci perchè solo con tanta tenacia anche i più sordi possono sentire. Puerta del Sol docet...
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