In effetti non è un gran spettacolo vedere chi governa promettere ministeri, sanatorie sulle multe, bonus e benefit di vario genere che hanno quasi il sapore del voto di scambio e che ricordano le scarpe spaiate e le mille lire tagliate con cui a Napoli il comandante Achille Lauro faceva campagna elettorale promettendo di ricostituire la coppia e la banconota a risultato acquisito. Le promesse sono il sale di una campagna elettorale, ma questa ondata di piena dà il senso di un torrente impetuoso che non sa bene dove andare, che ora punta sull'argine di sinistra ora su quello di destra rischiando, però, di tracimare facendo danni permanenti.
Nelle difficoltà la politica dovrebbe saper interpretare i disagi, capirli, cercare di porvi rimedio. A Milano, cercando di compensare la miopia e gli errori delle settimane precedenti si promette invece la luna, si occupano le tv, si gioca sporco. Le urne diranno fra una settimana se è la strategia vincente (non mi stupirebbe, in tal senso, una rimonta della Moratti), certo è che lo spettacolo di questi giorni è il segno di una decadenza che pare inarrestabile, di una politica distante, che ha perso contatto con la realtà e con il suo elettorato.
Gli indignados spagnoli |
Temo di no se "italian revolution" non ha solo il volto del precariato, ma anche quello dell'imprenditoria.
REPORTAGE DA PUERTA DEL SOL
LE PROMESSE ELETTORALI SECONDO LUCIANA LITIZZETTO
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