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giovedì 12 maggio 2011

Moderato a chi?

(Pisapia vs Moratti su Sky)
"Sul piano politico ho inteso dire che la storia di Pisapia non è la storia di una persona moderata"
Letizia Moratti
Candidato sindaco al Comune di Milano
 Del faccia a faccia tra Giuliano Pisapia e Letizia Moratti su Sky in vista delle elezioni amministrative di Milano di domenica e lunedì, non mi ha colpito tanto l'uso strumentale ed errato di una sentenza fatto dal sindaco uscente; nemmeno la scarsa memoria di lady Moratti che accusa ingiustamente l'avversario di essere stato graziato da un'amnistia (in realtà vi fu assoluzione), scordando - sottolinea oggi sul Corriere Luigi Ferrarella - che per fatti ugualmente datati l'amnistia lavò le accuse di falsa testimonianza per aver negato l'iscrizione alla Loggia P2 del capolista del Pdl a Milano, Silvio Berlusconi. La politica ormai ci ha abituato alla scarsa serietà degli imbonitori, all'incanto dei fantasisti e al chiacchiericcio lontano dai fatti e dai problemi.
Mi ha colpito di più la finalità di quel dardo lanciato in pieno petto all'avversario: spiegare che Pisapia non è un moderato, non ne ha il fisico. Moderato a chi? Verrebbe da dire in questa politica da corpi contundenti. Se moderato vuol dire "contenuto", "misurato", uno che sa controllarsi, mi chiedo se sia più moderato Giuliano Pisapia o, per esempio, Giorgio Stracquadanio (vedi le sue dichiarazioni sul caso) o Maurizio Gasparri. Se moderato significa sostenitore di idee non radicali mi chiedo se su temi come l'immigrazione sia più moderata la politica leghista o, per esempio, quella del centro sinistra.
Se si guarda al passato per "dare la patente" di moderato ai contemporanei mi chiedo se vi sia differenza tra chi a Milano frequentava ambienti  della sinistra extraparlamentare o a Roma, qualche anno prima, aveva partecipato alla cosiddetta Battaglia di Valle Giulia (Giuliano Ferrara, Paolo Liguori, Ernesto Galli della Loggia) con gravi scontri con la polizia alla Sapienza; se sia più moderato chi è finito in carcere e poi è stato ampiamente prosciolto (come è accaduto a Pisapia) o chi sfilava facendo il saluto romano per le strade (sfidando il reato di ricostituzione del partito fascista) o il cui nome ha fatto talvolta capolino  nelle mille inchieste sull'eversione nera e lo stragismo.
Insomma: moderato a chi?
In una politica di guerriglia mi sembra che mai parola sia oggi più fuori luogo di "moderato".

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