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venerdì 16 luglio 2010

Ultime buone notizie




Il bello delle vacanze, che ormai sono agli sgoccioli, sta anche nel fatto che, finalmente si finiscono libri iniziati da settimane. E' il caso di "L'ultima notizia", saggio dei giornalisti Massimo Gaggi e Marco Bardazzi (Rizzoli) sulla crisi della stampa tra nuove tecnologie e recessione. E' un viaggio nell'America delle idee e dei giornali che chiudono attraverso progetti innovativi, sperimenti, pionieristiche intuizioni per rendere l'informazione economicamente sostenibile anche on line. Di tanti interessanti spinti mi sono annotato due passaggi. Il primo e' il pensiero di Walter Isaacson firma autorevole del giornalismo americano che, intervenendo nel dibattito sulla necessita' di far pagare i contenuti giornalistici on line, spiega che: "Far pagare i contenuti forzerà i giornalisti a essere più disciplinati: dovranno produrre cose a cui la gente attribuisce un valore reale. Alla fine scopriremo che una realtà liberante. Il bisogno di veder riconosciuto il valore da parte dei lettori - servendo in primo luogo loro - permetterà ai media di orientare di nuovo la loro bussola nella vera direzione verso la quale il giornalismo dovrebbe sempre muoversi".
Una prospettiva interessante per una professione sempre più capace di bearsi di essere megafono del potere piuttosto che la sua coscienza critica al servizio del lettore.
Il secondo concetto appartiene alla constatazione che la rete - come ha sostenuto qualcuno - rende stupidi, nel senso di incapaci di affrontare concetti articolati, di mettere in giusta evidenza le proprie capacita' critiche. "E' inevitabile - osservano gli autori del saggio - che chi lavora nel mondo dell'informazione non solo dovrà imparare a raccontare le storie in modo differente, ma dovrà cercare correttivi ad una evoluzione digitale del modo di comunicare che trasforma anche evidenti deformazione dei fatti in realtà generalmente accettate. Più che quella di padroneggiare le nuove tecnologie, insomma, potrebbe diventare questa la sfida più difficile e determinante; provare ad arrestare la deriva di un mondo che al paziente sviluppo di un'analisi, di un ragionamento, preferisce sempre più spesso la scorciatoia dello scontro, delle parole definitive. Una sfida forse temeraria per una professione giornalistica che vive anche una sua crisi etica, oltre alle difficoltà economiche e al rapporto sempre più difficile coi lettori. Problemi spesso affrontati cercando compromessi e facili scorciatoie: compiacere il lettore e' meno rischioso che stimolarlo".
Parole interessanti e sfide intriganti per chi ritiene questo mestiere ancora bello e appassionante.


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