Oggi i giornalisti dei quotidiani sono in sciopero, domani lo faranno quelli di radio, tv, siti Internet affinché il silenzio sia totale in difesa del diritto di ogni cittadino di essere informato e il dovere di ogni giornalista di fare il suo mestiere. Principi elementari che così semplici non sono per chi ci governa, che vuole con una legge senza precedenti far tacere i giornali e quel che e' peggio mettere i magistrati
nell'impossibilita' di lavorare con efficacia contro il crimine, con una serie di paletti allo strumento delle intercettazioni telefoniche.
Attorno alla protesta i giornalisti italiani hnno ritrovato un minimo di unita' anche se domani qualche giornale sara' in edicola spiegandoci che non ha senso imbavagliarsi per protestare contro la legge bavaglio. Forse, ma a me sembra che queste testate abbiano scelto di non aderire allo sciopero per onorare un solo principio, quello del bilancio: una supertiratura in regime di quasi monopolio e' per i bilanci difficili di molte testate una tentazione alla quale e' difficile dire di no. Peccato era l'occasione giusta per dure che, nonostante le apparenze, la categoria non e' in vendita.
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