mercoledì 16 giugno 2010
Tramonte e lo stato delle carceri bresciane. Pensava di stare al grand hotel?
Sapere che Maurizio Tramonte, in arte Fonte Tritone, testimone chiave del processo per la Strage di Brescia e imputato di concorso nell'attentato del maggio 1974, detenuto per storie di bancarotta si lamenta della situazione carceraria di Canton Mombello, dove è appoggiato in queste settimane nelle quali davanti ai giudici della Corte d'assise si sta cimentando nel tentativo di ritrattare tutto quando ha detto in questi anni sulla bomba bresciana e sulle trame nere, fa bene alla causa di chi da anni si batte per una detenzione più umana. Viene da sorridere, però, vedendo che forse Maurizio Tramonte pensava di essere in un grand hotel e non in una struttura che offre ai detenuti in trasferta giudiziaria formaggini e crackers per pranzo. Ben vengano comunque le sue lamentele se questo, attraverso un'inchiesta, contribuisce a risolvere un problema evidenziato dal garante dei detenuti Mario Fappani: cioè un evidente conflitto di interessi, trattandosi della stessa impresa, tra chi fornisce le materie prime per il pranzo fornito dall'amministrazione e chi vende ai detenuti i generi alimentari per il sopravvitto, cioè per tutto quanto serve ad integrare il cibo fornito dall'amministrazione. Più il vitto è scadente e scarso, maggiore sarà la richiesta di sopravvitto e il guadagno per l'azienda che lo fornisce: Peraltro, è storia vecchia, sul costo del sopravvitto a Brescia è spesso polemica: già nel 2003 (leggi qui) i detenuti lamentavano i costi alti di alcuni generi alimentari del sopravvitto ampiamente utilizzati (i pomodori, ad esempio) per far fronte alle carenze e alla qualità croniche del vitto dell'ammistrazione. La storia, dunque, si ripete. E ci tocca pure ringraziare Maurizio Tramonte se sul caso la magistratura ci metterà il naso, si spera con incisività.
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2 commenti:
Io non credo proprio che il Sig. Tramonte desideri un grand hotel, considerando il fatto che il Sig. Tramonte ha girato diversi carceri e non si è mai lamentato. Forse non sai quanti detenuti si stanno suicidando nel carcere di Brescia, è normale che tu non lo sappia visto che la televisione e i vostri giornali non espongono mai queste problematiche, preferiscono dedicare mezza pagina di trafiletti dedicati a "Nonna Pina che compie 190 anni" o baggianate simili. Non credo che Tramonte si sia lamentato perchè mangia formaggini e crackers, ma forse perchè il cibo che arriva è scaduto, perchè vivono 10 persone in una cella di 15 mq, (UOMINI e non animali!) che muoiono cadendo dai letti a castello che arrivano ad un'altezza di oltre 4 metri, imobottiti di tranquillanti e psicofarmaci...picchiati dalle guardie carcerarie con manganelli avvolti da stracci bagnati, per non lasciare lividi sul corpo, e in silenzio di fronte agli avvoltoi come voi per timore di essere massacrati di nuovo...Il carcere di Brescia è in condizioni pietose, pieno di epatite C e tossicodipendenti.
Forse un clandestino o un pregiudicato con piccoli reati alle spalle non avrebbe voce in questo capitolo, ma il Sig. Tramonte sì e beh....credo che ci "toccherà" ringraziarlo. Perchè è un uomo che, al di là di ciò che ha fatto, sta semplicemente chiedendo UN DIRITTO UMANO. A nome di TUTTI.
Informati prima di scrivere.
E' solo una critica costruttiva.
Perchè anche tu non fai qualcosa di positivo, anziché polemizzare? Perchè, visto che ti vanti tanto del tuo lavoro, non tiri fuori i tuoi gioiellini e provi, quantomeno, a visitare un carcere e a dar voce ai detenuti?
Vorrei rispondere a Francesca Bignotti, cercando di essere breve.
Innanzitutto ti ringrazione del tuo contributo, anche se mi impone alcune preciazioni:
1) forse non mi sono spiegato bene, nessuna ironia su Maurizio Tramonte, ho solo voluto evidenziare come ci sia voluta le dichiarazioni di uno come lui per far aprire un'indagine giudiziaria e non le decine di denuncia fatte dai detenuti o da chi in carcere ci lavora. Detto questo credo che la denuncia sulla condizione carceraria fatta in aula da Tramonte rientri in una precisa strategia processuale che lo vede, da qualche udienza, impegnato a ritrattare tutto quanto ha dichiarato in questi anni sulla strage di piazza Loggia, finendo anche fra gli imputati di concorso nell'attentato del maggio '74. La denuncia sulla sua condizione carceraria, quindi, penso sia più strumentale al suo ruolo processuale. In ogni caso, ben venga se contribuisce alla causa di migliorare le condizioni di vita in cella.
2) Tu accusi i giornali e i giornalisti di occuparsi solo di cose frivole. Ho scritto di condizioni e di storie carcerarie giusto una settimana fa per il giornale in cui lavoro, Bresciaoggi. Il quotidiano che già nel 2003 aveva denunciato, come fa oggi il garante dei detenuti, Mario Fappani, le presunte speculazioni sul sopravvitto.
3) Mi accusi di non sapere come si stia in carcere. Forse non hai letto con attenzione il mio blog, se tu lo avessi fatto avresti scoperto che il tema del carcere è fra i più trattati in questo spazio, comprese le notizie sui suicidi. Mi accusi di non essere mai entrato in carcere. Non ci entro con la frequenza che vorrei, ma nel mio ruolo di direttore di Zona 508, il giornale redatto dai detenuti delle carceri bresciane in collaborazione con l'associazione Carcere e territorio (nel mio blog trovi i link per leggerlo on line), mi sono spesso confrontato con chi sta dietro le sbarre. Sono stati proprio i detenuti a chiedermi di coordinare il loro giornalino dopo aver letto alcuni miei articoli sulla condizione carceraria.
Scrivo questo non per farne un vanto, ma per farti capire che ho scritto quelle cose con cognizione di causa. Se c'era spirito di polemica, era solo per l'atteggiamento di un detenuto che penso usi il disagio carcerario per suoi personali fini processuali, non certo per quanti sperimentano ogni giorno sulla loro pelle i disagi e le condizioni di vita difficili di Canton Mombello e delle carceri italiane.
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