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giovedì 13 maggio 2010

Da Roma all'alto Garda se questa è l'Italia

Ora, a Roma, spunta anche la lista dei piaceri, il libro mastro degli amici degli amici: case, lavori, favori; politici, artisti, registi, boiardi di stato. Tanto tuonò che piovve sulle colline dell'alto Garda, dopo le perquisizioni e i sequestri ora gli arresti, le misure cautelari mentre qualcuno già dice che siamo solo all'inizio, che volano gli avvisi di garanzia, pronti a colpire in alto: chi sapeva, ma ha coperto o fatto finta di non vedere.
A Roma come a Tremosine (l'arrestato ai domiciliari sull'Alto Garda è il sindaco di questo piccolo comune, pizzicato dalla giustizia nel suo ruolo di funzionario della Comunità montana) questa è l'Italia del terzo Millenio. La giustizia dirà nei prossimi mesi cosa ci sia di penalmente condannabile in questi comporamenti, certo è che il 1992 e gli anni di Tangentopoli non sembrano aver insegnato nulla, al centro come alla periferia. Anzi, se prima si rubava per partiti onnivori e affamati, ora si rischia per il funzionario compiacente, il politico influente, l'amico dell'amico, non meno onnivoro e goloso. Insomma, forse non abbiamo imparato nulla in questo mondo di furbi senza etica (ma si usa ancora questa parola, qualcuno vorrebbe concellarla dal vocabolario?). Al centro come alla periferia contaminati dalla stessa morale all'incontrario. Riusciremo mai ad uscirne. La prognosi non sembra favorevole, fin quando avremo politici alla Scajola che prima annunciano le dimissioni per poter chiarire tutto e poi, quando scocca l'ora (dieci giorni dopo) tirano in ballo, tramite i legali, il mancato rispetto delle garanzie difensive per sottrarsi alla prova della verità, alla chiarezza. Cosa c'è di più avvilente?

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