"Questa non era una prigione. Era una scuola del crimine, entrai con una laurea in marijuana, ne uscii con un dottorato in cocaina".
Lo spacciatore Johnny Depp in Blow (2001)
Non è facile ridere, confrontarsi, raccontarsi di questi tempi in un carcere. I resoconti di questo inizio d'anno parlano di sovraffollamento, drammi della disperazione, suicidi ad un ritmo quasi quotidiano. Ma cosa succede dentro ad un carcere, quali storie, quali racconti si intrecciano tra le celle cariche di una umanità dolente di vite difficili, di storie naufraghe che, paradossalmente, al blindo di una cella (la porta in ferri battuto con lo spioncino) hanno ancorato un'esistenza altrimenti alla deriva?
Raccontarsi in carcere è l'esperiemento lanciato nel penitenziario di Verziano da Beppe Pasini, 48 anni, psicolo, psicoterapeuta della famiglia in un consultorio, docente di Pedagogia sperimentale all'Università di Brescia e di Pedagogia della famiglia alla Bicocca di Milano. Il dottor Pasini ha animato un laboratorio di scrittura autobiografica tra i detenuti e ha trovato carcerati poeti, "ristretti" che attraverso le parole, magari in un italiano incerto, hanno cercato e ritrovato i cocci della loro vita, una vita avventurosa e agra, una vita matrigna che si tenta di recuperare in questo luogo di espiazione e di ozio, che per molti, è uno dei pochi luoghi dove la vita ti fa fare i conti con te stesso, con la capacità che hai avuto di poter sfruttare i talenti che ella ti ha dato. Può sembrare strano, ma dentro il carcere scrivere può aiutare a crescere. Se n'è accorto anche Beppe Pasini, così come ogni settimana lo sperimenta chi collabora alla realizzazione di "Zona 508", il periodico degli istituti di pena bresciani. Perchè il carcere, parafrasando Jonny Deep, può essere una scuola positiva di vita e non solo un'università del crimine.
Ecco la sintesi dell'esperienza: "Sguardi sopra le mura. Scrivere di sè in carcere" di Beppe Pasini (consultabile anche sul sito dell'Associazione Carcere e Territorio)
Sguardi sopra le mura. Scrivere di sè in carcere
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