martedì 30 marzo 2010
Abusi sessuali in classe: quali valori a 12 anni?
La notizia si è un po' annacquata nello tsumani elettorale, ma credo che sia lo specchio di una società più vero di quello che hanno saputo esprimere le urne. La notizia è quella di un abuso sessuale di gruppo su una ragazza di 12 anni costretta ad avere rapporti orali con alcuni compagni fra i banchi di scuola e durante l'ora di lezione. La giustizia ha fatto il suo corso mandando agli arresti domiciliari due minorennni di 14 e 15 anni (ripetenti), segnalandone un terzo non imputabile e facendo finire sotto inchiesta altri 12 studenti, anche questi troppo giovani per essere perseguiti, che avrebbero fatto da scudo allo scempio. Sulle responsabilità dell'insegnante e delle autorità scolastiche la partita è tutta da giocare.
Il sedici marzo, su "La Stampa", Massimo Gramellini pubblicò un Buongiorno dal titolo "Cinque euro". Vi raccontò la lettera di una madre che, in camera della figlia dodicenne, aveva trovato una busta con un migliaio di euro in contanti in pezzi da cinque. Messa alle strette, la figlia spiegò che quei soldi erano il frutto di piccole prestazioni sessuali. Cresce bene la ragazza, potrebbe facilmente ironizzare qualcuno. Se il buongiorno si vede dal mattino potremmo ritrovarla fra quindici anni europarlamentare direbbe qualche cinico "comunista".
Ma le battute - facili e scontate - lasciano lo spazio allo sconforto. Stiamo camminando nel deserto dei valori dove la sessualità a dodici anni non è una scoperta ma un mercato, una merce di scambio e di ricatto, una prevaricazione e non una condivisione, una violenza e non un gioco. Stiamo camminando in una foresta di alberi pietrificati e di canne che si spezzano al vento: una foresta di educatori immobili e distratti, un canneto di genitori strapazzati dalle intemperie e spazzati via dagli eventi.
Cosa sta succedendo ai nostri figli e alle nostre famiglie? A Travagliato, provincia di Brescia, alcune settimane fa un dodicenne ha preso il fucile del padre e ha deciso di farla finita senza che nessuno, a scuola come in famiglia, riuscisse a cogliere il suo disagio. A Salò una sua coetanea si piega alle voglie dei compagni nell'indifferenza di tutti.
Cosa sta succedendo a quelle che un tempo erano agenzie educative autorevoli e referenziate: le scuole? A Salò una preside ci spiega in una autodifesa che lascia di stucco che è possibile che il professore non avesse visto la violenza perchè i ragazzi avevano il permesso di non stare al proprio posto durante le interrogazioni dei compagni. Ma nessuno si è mai preso la briga di spiegare a questo docente (giovane, inesperto, supplente e malpagato) che forse quella non era la soluzione migliore per dare alla classe un minimo di regole condivise: persino nei parcheggi di periferia disegnano le righe per dare alle auto principi per la sosta semplici ma efficaci?
Cosa sta succedendo a noi genitori? Noi incapaci di capire, di cogliere i cambiamenti, le paure come le conquiste dei nostri figli. Incapaci di discutere di principi e di regole, di condividere obiettivi, di dialogare, di essere padri e madri forse un po' meno complici, ma un po' piu' educatori.
Cosa sta accadendo, in estrema sintesi, a questa società? Forse ha ragione Massimo Gramellini quando sulla vicenda della ragazza con la mazzetta dei cinque euro nascosta fra la biancheria ha osservato: "Un tempo la vita era un percorso e ogni fase consisteva in un passaggio che tendeva a uno scopo: il raggiungimento della consapevolezza di se stessi e di che cosa si voleva diventare. A un certo punto il meccanismo è saltato. La vita ha smesso di essere una scala da salire un gradino dopo l’altro ed è diventata un’arena piatta e senza confini. Ma se manca l’idea di un percorso da compiere, l’unico navigatore diventa l’utilitarismo. Voglio soldi e me li procuro nel modo più facile. Vendo sesso (o lo compro) senza pensare alle conseguenze, perché già la parola «conseguenze» presuppone una coscienza del tempo e dello spazio che non posseggo più. Purtroppo in un mondo che - a casa, in politica, in tv - non fa che togliere ringhiere da tutte le parti, è molto più facile cadere". Qualcuno è già caduto. E, forse, non si rialzerà più.
Il sedici marzo, su "La Stampa", Massimo Gramellini pubblicò un Buongiorno dal titolo "Cinque euro". Vi raccontò la lettera di una madre che, in camera della figlia dodicenne, aveva trovato una busta con un migliaio di euro in contanti in pezzi da cinque. Messa alle strette, la figlia spiegò che quei soldi erano il frutto di piccole prestazioni sessuali. Cresce bene la ragazza, potrebbe facilmente ironizzare qualcuno. Se il buongiorno si vede dal mattino potremmo ritrovarla fra quindici anni europarlamentare direbbe qualche cinico "comunista".
Ma le battute - facili e scontate - lasciano lo spazio allo sconforto. Stiamo camminando nel deserto dei valori dove la sessualità a dodici anni non è una scoperta ma un mercato, una merce di scambio e di ricatto, una prevaricazione e non una condivisione, una violenza e non un gioco. Stiamo camminando in una foresta di alberi pietrificati e di canne che si spezzano al vento: una foresta di educatori immobili e distratti, un canneto di genitori strapazzati dalle intemperie e spazzati via dagli eventi.
Cosa sta succedendo ai nostri figli e alle nostre famiglie? A Travagliato, provincia di Brescia, alcune settimane fa un dodicenne ha preso il fucile del padre e ha deciso di farla finita senza che nessuno, a scuola come in famiglia, riuscisse a cogliere il suo disagio. A Salò una sua coetanea si piega alle voglie dei compagni nell'indifferenza di tutti.
Cosa sta succedendo a quelle che un tempo erano agenzie educative autorevoli e referenziate: le scuole? A Salò una preside ci spiega in una autodifesa che lascia di stucco che è possibile che il professore non avesse visto la violenza perchè i ragazzi avevano il permesso di non stare al proprio posto durante le interrogazioni dei compagni. Ma nessuno si è mai preso la briga di spiegare a questo docente (giovane, inesperto, supplente e malpagato) che forse quella non era la soluzione migliore per dare alla classe un minimo di regole condivise: persino nei parcheggi di periferia disegnano le righe per dare alle auto principi per la sosta semplici ma efficaci?
Cosa sta succedendo a noi genitori? Noi incapaci di capire, di cogliere i cambiamenti, le paure come le conquiste dei nostri figli. Incapaci di discutere di principi e di regole, di condividere obiettivi, di dialogare, di essere padri e madri forse un po' meno complici, ma un po' piu' educatori.
Cosa sta accadendo, in estrema sintesi, a questa società? Forse ha ragione Massimo Gramellini quando sulla vicenda della ragazza con la mazzetta dei cinque euro nascosta fra la biancheria ha osservato: "Un tempo la vita era un percorso e ogni fase consisteva in un passaggio che tendeva a uno scopo: il raggiungimento della consapevolezza di se stessi e di che cosa si voleva diventare. A un certo punto il meccanismo è saltato. La vita ha smesso di essere una scala da salire un gradino dopo l’altro ed è diventata un’arena piatta e senza confini. Ma se manca l’idea di un percorso da compiere, l’unico navigatore diventa l’utilitarismo. Voglio soldi e me li procuro nel modo più facile. Vendo sesso (o lo compro) senza pensare alle conseguenze, perché già la parola «conseguenze» presuppone una coscienza del tempo e dello spazio che non posseggo più. Purtroppo in un mondo che - a casa, in politica, in tv - non fa che togliere ringhiere da tutte le parti, è molto più facile cadere". Qualcuno è già caduto. E, forse, non si rialzerà più.
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