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lunedì 14 dicembre 2009

Parliamo di carcere: dal premio Bulloni al nuovo numero di Zona 508


Mancano una manciata di giorni a Natale e per l'associazione Carcere e territorio di Brescia questo Natale sarà segnato da un riconoscimento importante: "Il premio Bulloni 2009". Il premio Bulloni viene attribuito ogni anno dal comune di Brescia a uomini ed esperienze che incarnano la "bontà" nel senso più nobile del termine: il lavoro, la fatica, la gratuità per gli altri.
Quest'anno a ritirare il premio Bulloni sarà l'Associzione carcere e territorio esperienza di volontariato nata dall'intuizione del giudice Giancarlo Zappa (allora presidente del Tribunale di Sorveglianza)di coordinare in un'unica azione le tante esperienze che gravitavano attorno agli istituti di pena bresciani, associazioni cattoliche e laiche, uomini di buona volontà e volontari che con umiltà hanno messo a disposizioni le loro competenze per rendere la vita in carcere non un baratro senza uscita, ma un'occasione per riconoscere i propri sbagli e lavorare ad un cammino di riabilitazione. Così in questi anni Act ha fatto da volano a esperienze che hanno contribuito a tessere un rapporto stretto fra la città "fuori" e quella "dentro". Ora la città "fuori" riconosce ad Act con il Bulloni un ruolo che Act si è conquistato sul campo con le fatiche di molti. E' un premio collettivo che dice che "un'altra idea di carcere è possibile" che "lavorare per la pena come riabilitazione e rieducazione è un traguardo a portata degli uomini di buona volontà".
Conosco gli uomini di Act, conosco l'umile lavoro quotidiano di tanti di loro per cercare di evitare che la disumanità di un carcere finisca per essere la più costante delle pene accessorie. Conosco l'entusiamo di tanti ragazzi che portano l'esperienza del carcere nelle scuole lavorando per vincere i luoghi comuni e per far capire alle nuove generazioni che si può guardare oltre le mura, che anche da "Alcatraz" può partire il riscatto di un uomo.
E questo riscatto può partire anche da pensieri che prendono corpo su una pagina bianca, da riflessioni in libertà che fanno sentire vivi. Sono le riflessioni che vengono raccolte periodicamente nelle pagine di Zona 508 la rivista degli istituti di pena bresciani. L'ultimo numero è uscito in questi giorni e parla di viaggi, di luoghi esotici, ma anche di ricordi di infanzia, di luoghi che visti da dietro le sbarre appaiono ancor più struggenti.
Spero sia una buona lettura per tutti voi.

L'EDITORIALE
Sì, viaggiare… per andare oltre.

Chiamale se vuoi… evasioni. Già, in un luogo come il carcere, parlare di evasioni o è istigazione a delinquere o è un’eresia. Eppure mentre scrivo butto l’occhio sul Corriere della Sera che titola “Meglio un’ora di canzoni che la solita ora d’aria” con Francesco Facchinetti, quello di X factor, che spiega come la musica permetta di “andare oltre”, quando si portano le band (quelle musicali) dentro S.Vittore per un concerto tutto speciale. E anche noi in questo numero di Zona 508 abbiamo deciso di “andare oltre”, non con la musica, ma con la voglia di viaggiare. Le evasioni virtuali di questo numero, dunque, sono tutte dedicate ai viaggi: quelli fatti, quelli solo immaginati, quelli programmati e arenatisi in una vita già di per sé tutta a curve e in salita come una strada di montagna. Ne è uscito un mix di ricordi di infanzia, di grandi galoppate dell’immaginazione, di momenti in cui più che un viaggio si sono poste le basi per una sorta di scambio culturale. Così in questo numero capita anche che Madel parli del suo Messico meglio di una guida Clup o di una pubblicazione del Touring. Miracoli dell’evasione virtuale che si fa convivenza in un posto come il carcere dove – lo dicono dati recenti – il 37% degli ospiti è straniero e a Brescia questa percentuale è quasi il doppio (72% secondo i dati diffusi a metà ottobre dal Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria).
In questo numero, insomma, abbiamo viaggiato raccontandovi non solo luoghi, ma anche persone, sogni, famiglie, infanzie, delusioni e dolori. E se Emilio Salgari ha raccontato, seduto alla sua scrivania, avventure straordinarie in posti indimenticabili che hanno fatto sognare generazioni di bambini, i redattori di Zona 508 in questo numero vi raccontano di posti in cui vorrebbero andare, tornare, ritrovare affetti e coronare sogni. Di innocenti evasioni, insomma, che aiutano a vivere, di un’ora d’aria che profuma di tropici. E che importa se poi canti “Messico e nuvole” o “Tra la via Emilia e il West”. L’importante è: “Sì, viaggiare”.

Marco Toresini
DA ZONA 508 - OTTOBRE 2009


ECCO IL NUMERO COMPLETO DA SCARICARE IN FORMATO PDF
ZONA 508 - OTTOBRE 2009

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