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venerdì 6 agosto 2010

Il "rispetto" per il lavoro di una politica distante

Ieri sera ho assistito ad una puntata da Linea notte, programma di approfondimento del Tg3. In conduzione la direttrice Bianca Berlinguer, ospiti, tra gli altri, il deputato Pdl Giorgio Clelio Stracquadanio, il finiano ex radicale Benedetto della Vedova, e la leghista Carolina Lussana.
Si parlava, ovviamente, della situazione politica e del destino della legislatura, ma, come accade periodicamente, ieri sera era previsto il collegamento con l'Asinara, dove, in quello che fu il carcere di massima sicurezza, sono autoreclusi da oltre 160 giorni i lavoratori della Ineos Vinyls Italia (IVI), azienda chimica sarda di proprietà tedesca che produce Pvc, messa in liquidazione dalla casa madre perchè, spiegano gli operai: "Eni non ha mai voluto cedere la sua parte di impianti sardi per permettergli di chiudere il ciclo del cloro ed essere indipendente per questa produzione". Una vertenza complessa, che va oltre i polimeri che si producono a Porto Torres e l'intero "ciclo del cloro" (dalle saline al prodotto finito) sardo, ma coinvolge il futuro della chimica in Italia e, accusano gli operai, le scelte di Eni di indirizzarsi verso il più redditizzio mercato dell'energia. Per rendere più incisiva la protesta dell'Asinara è nata così l'isola dei Cassintegrati, un reality vero come le storie che si raccontano sul sito internet che segue la vicenda, che proprio sul Tg3 ha una finestra periodica.
Quella di ieri sera è stata, però, una finestra particolarmente desolante soprattutto per l'arroganza dell'onorevole Stracquadanio che, davanti ad un operaio impegnato a spiegare come la situazione fosse ancora in alto mare e come la mediazione del governo (affidata al sottosegretario bresciano Stefano Saglia), complice anche la mancanza di un ministro alle attività produttive, mostrasse spesso la corda, incespicasse, portasse più confusione che certezze, è arrivato quasi all'insolenza. Davanti alle richieste di maggior incisività da parte del governo e anche di un'opera di mediazione verso Eni, che potrebbe rappresentare una seria e affidabile alternativa alla dismissione dell'impianto, il parlamentare Pdl ha risposto che aziende come quelle chiudono, ed è giusto che sia così, per colpa di operai che la pensano come lui e di un certo sindacalismo. Parole pesanti, soprattutto se pronunciate davanti ad operai che rischiano di perdere il lavoro, a famiglie senza stipendi. Parole ingiuste di una politica poco preparata (lo stesso operaio che ha chiamato il parlamentare "buon uomo", lo ha pacatamente accusato di non conoscere la storia dell'azienda di cui stava parlando) e di una politica sempre più distante dai problemi veri del paese che, comunque la si pensi, vanno in qualche modo risolti. Parole senza rispetto per il lavoro (quello vero) degli altri, pronunciate da chi dovrebbe onorare quel lavoro come pilastro su cui si fonda quel Paese che lui, come parlamentare, aspira (dopo la piazzata di ieri sera mi verrebbe da dire assai poco degnamente) a rappresentare. Una nota positiva? Gli altri due parlamentari presenti alla trasmissione non si sono uniti al brutto spettacolo.

CLICCA QUI PER VEDERE LA PUNTATA DI LINEA NOTTE DEL 5 AGOSTO (IL BATTIBECCO PARTE DAL MINUTO 48 IN POI)



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