mercoledì 25 agosto 2010
Il mondo cattolico e la politica: tempesta di fine estate
Alla vigilia del Meeting di Rimini di Cl Aldo Cazzullo sul Corriere analizzava il disagio dei Cattolici spiegando che, persa l'unità rappresentata dalla vecchia Dc, gli ultimi sviluppi della politica italiana rischiavano di disorientare un mondo cattolico sempre più alla ricerca di uno sbocco politico che fatica a trovare tra idiosincrasia per la sinistra, scarsa affidabilità di un premier, comunque ispirato da sempre al partito azienda, scarso appeal per un federalismo che rischia di lasciare indietro chi non sa camminare con le sue gambe e una politica spesso trasformata in una sodoma e gomorra.
Qualche giorno dopo ci ha pensato Maristella Gelmini a spiegare in una lettera come sia il Pdl il partito più sensibile ai valori cattolici e come Berlusconi sia sempre stato attento alle istanze della Chiesa e garante dei suoi valori (tesi alla quale mi verrebbe voglia di rispondere come fa mia madre che, da ascoltatrice di "Radio Mater" - una simil Radio Maria - non può essere certo tacciata di comunismo: "parlano tanto di famiglia, ma ce ne fosse uno non divorziato, senza l'amante o sposato in Chiesa"). Quella lettera nonostante fosse ispirata all'adulazione per il capo finiva con un auspicio interessante: "per concludere, qual è il compito dei cattolici in politica? Non dunque una antistorica unità politica o di partito, non certo la costituzione di un terzo polo anch' esso retaggio di vecchie logiche, ma un confronto e uno sforzo comune che superi le logiche degli schieramenti nell' interesse del Paese. Auspico che in Parlamento i cattolici presenti nelle diverse formazioni politiche sappiano ritrovarsi e, con l' equilibrio e la moderazione che sono proprie di questo mondo, proporre azioni forti e coraggiose".
Il dibattito comunque prosegue ed è di ieri la bufera sull' editoriale di Famiglia Cristiana, l'ennesimo contro il Berlusconismo. Dicendo cose tutto sommato condivisibili (sintetizzo: Berlusconi vuol fare carta straccia della Costituzione se questa si frappone alla sua volontà di andare alle elezioni) lancia un'analisi sulla divisione dei cattolici: "Uno dei temi trattati in queste settimane dagli opinionisti - scrive l'editorialista storico del settimanale, Beppe Del Colle - è che cosa ci si aspetta dal mondo cattolico, invitato da Gian Enrico Rusconi su La Stampa a fare autocritica. Su che cosa, in particolare? La discesa in campo di Berlusconi ha avuto come risultato quello che nessun politico nel mezzo secolo precedente aveva mai sperato: di spaccare in due il voto cattolico (o, per meglio dire, il voto democristiano). Quale delle due metà deve fare “autocritica”: quella che ha scelto il Cavaliere, o quella che si è divisa fra il Centro e la Sinistra, piena di magoni sui temi “non negoziabili” sui quali la Chiesa insiste in questi anni? A proposito. Ivan Illich, famoso sacerdote, teologo e sociologo critico della modernità, distingueva fra la vie substantive (cioè quella che riassume il concetto di “vita” mettendo insieme, come è giusto, e come risponde all’etica cristiana, tutti i momenti di un’esistenza umana, dalla fase embrionale a quella della morte naturale) e ogni altro aspetto della vita personale o comunitaria, a cui un sistema sociale e politico deve provvedere.
Il berlusconismo sembra averne fatto una regola: se promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei-devoti) all’embrione e a tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha esitazioni: il “metodo Boffo” (chi dissente va distrutto) è fatto apposta".
Apriti cielo sul settimanale dei Paolini si è scaricato l'ira di Dio. Così mentre gli eleganti commenti sul sito internet del Giornale invitavano Feltri e Sallusti ad un bel "trattamento Boffo" per stanare gli scheletri dagli armadi di questi moralisti, la politica parlava di "pornografia mediatica" contro il Cavaliere.
E il mondo cattolico? Lupi, parlamentare Cl-targato, ci spiega come ormai Famiglia Cristiana è peggio dell'Unità. Altri auspicano l'intervento normalizzatore del Vaticano e Monsignor Fisichella si affrettava a dire che Famiglia Cristiana non rappresenta il mondo cattolico (i Paolini - permettetemi la battuta - sono notoriamente dei pericolosi anglicani).
Nessuno però mi spiega una cosa debba volere un cattolico impegnato in politica dal movimento che lo rappresenta, se basta essere laici-devoti per ragioni elettorali o è meglio essere cattolici-adulti con autonomia di pensiero, coerenza di comportamenti, liberi di schierarsi in autonomia, quando si predica bene, ma si razzola male e si calpesta l'etica dei comportamenti.
Ma è forse pretendere troppo da chi spesso bolla come comunista un cardinale illuminato qual è Dionigi Tettamanzi, solo perchè invoca accoglienza e solidarietà, sensibilità verso l'altro: cioè quei valori umani, prima che cristiani, che ci dovrebbero rappresentare tutti a destra come a sinistra.
Qualche giorno dopo ci ha pensato Maristella Gelmini a spiegare in una lettera come sia il Pdl il partito più sensibile ai valori cattolici e come Berlusconi sia sempre stato attento alle istanze della Chiesa e garante dei suoi valori (tesi alla quale mi verrebbe voglia di rispondere come fa mia madre che, da ascoltatrice di "Radio Mater" - una simil Radio Maria - non può essere certo tacciata di comunismo: "parlano tanto di famiglia, ma ce ne fosse uno non divorziato, senza l'amante o sposato in Chiesa"). Quella lettera nonostante fosse ispirata all'adulazione per il capo finiva con un auspicio interessante: "per concludere, qual è il compito dei cattolici in politica? Non dunque una antistorica unità politica o di partito, non certo la costituzione di un terzo polo anch' esso retaggio di vecchie logiche, ma un confronto e uno sforzo comune che superi le logiche degli schieramenti nell' interesse del Paese. Auspico che in Parlamento i cattolici presenti nelle diverse formazioni politiche sappiano ritrovarsi e, con l' equilibrio e la moderazione che sono proprie di questo mondo, proporre azioni forti e coraggiose".
Il dibattito comunque prosegue ed è di ieri la bufera sull' editoriale di Famiglia Cristiana, l'ennesimo contro il Berlusconismo. Dicendo cose tutto sommato condivisibili (sintetizzo: Berlusconi vuol fare carta straccia della Costituzione se questa si frappone alla sua volontà di andare alle elezioni) lancia un'analisi sulla divisione dei cattolici: "Uno dei temi trattati in queste settimane dagli opinionisti - scrive l'editorialista storico del settimanale, Beppe Del Colle - è che cosa ci si aspetta dal mondo cattolico, invitato da Gian Enrico Rusconi su La Stampa a fare autocritica. Su che cosa, in particolare? La discesa in campo di Berlusconi ha avuto come risultato quello che nessun politico nel mezzo secolo precedente aveva mai sperato: di spaccare in due il voto cattolico (o, per meglio dire, il voto democristiano). Quale delle due metà deve fare “autocritica”: quella che ha scelto il Cavaliere, o quella che si è divisa fra il Centro e la Sinistra, piena di magoni sui temi “non negoziabili” sui quali la Chiesa insiste in questi anni? A proposito. Ivan Illich, famoso sacerdote, teologo e sociologo critico della modernità, distingueva fra la vie substantive (cioè quella che riassume il concetto di “vita” mettendo insieme, come è giusto, e come risponde all’etica cristiana, tutti i momenti di un’esistenza umana, dalla fase embrionale a quella della morte naturale) e ogni altro aspetto della vita personale o comunitaria, a cui un sistema sociale e politico deve provvedere.
Il berlusconismo sembra averne fatto una regola: se promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei-devoti) all’embrione e a tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha esitazioni: il “metodo Boffo” (chi dissente va distrutto) è fatto apposta".
Apriti cielo sul settimanale dei Paolini si è scaricato l'ira di Dio. Così mentre gli eleganti commenti sul sito internet del Giornale invitavano Feltri e Sallusti ad un bel "trattamento Boffo" per stanare gli scheletri dagli armadi di questi moralisti, la politica parlava di "pornografia mediatica" contro il Cavaliere.
E il mondo cattolico? Lupi, parlamentare Cl-targato, ci spiega come ormai Famiglia Cristiana è peggio dell'Unità. Altri auspicano l'intervento normalizzatore del Vaticano e Monsignor Fisichella si affrettava a dire che Famiglia Cristiana non rappresenta il mondo cattolico (i Paolini - permettetemi la battuta - sono notoriamente dei pericolosi anglicani).
Nessuno però mi spiega una cosa debba volere un cattolico impegnato in politica dal movimento che lo rappresenta, se basta essere laici-devoti per ragioni elettorali o è meglio essere cattolici-adulti con autonomia di pensiero, coerenza di comportamenti, liberi di schierarsi in autonomia, quando si predica bene, ma si razzola male e si calpesta l'etica dei comportamenti.
Ma è forse pretendere troppo da chi spesso bolla come comunista un cardinale illuminato qual è Dionigi Tettamanzi, solo perchè invoca accoglienza e solidarietà, sensibilità verso l'altro: cioè quei valori umani, prima che cristiani, che ci dovrebbero rappresentare tutti a destra come a sinistra.
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