A Coccaglio hanno pensato bene di chiamare un'operazione di controllo del territorio di quelle volute dal pacchetto sicurezza del Ministro Maroni, "White Christmas". Perchè? Perchè entro Natale i vigili urbani del paese devono passare al setaccio le case degli immigrati e chiedere loro se sono in regola con il permesso di soggiorno: in caso contrario scatta la revoca della residenza se non vi si provvede entro sei mesi. A Coccaglio sarà anche un bianco Natale, ma non per i neri e gli extracomunitari hanno concluso in molti ieri leggendo la bella pensata finita in prima pagina su Repubblica. Una bufera di accuse di razzismo rincarate da un'affermazione dell'assessore alla sicurezza che ammette candidamente al quotidiano diretto da Ezio Mauro "volevamo far un po' di pulizia" spiegando anche che per lui il Natale "non è la festa dell'accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità".
Travolti dalle critiche a Coccaglio oggi sono corsi ai ripari. Il sindaco leghista Franco Claretti taglia corto: «White Christmas è una denominazione assolutamente casuale, a cui la polizia locale è pervenuta in modo informale e scherzoso per coincidenze cronologiche». E sull'operazione ("di anagrafe, non di polizia" precisa l'assessore alla sicurezza) il sindaco osserva: «sono controlli finalizzati a calibrare nel migliore dei modi la gestione delle risorse per le politiche dell’integrazione e del welfare. Non è certo un caso se nessuna associazione d’immigrati o realtà religiosa si è lamentata». Se il parroco del paese non ci vede tutto questo razzismo, di diversa opinione la presa di posizione di padre Mario Toffari, responsabile diocesano del segretariato migranti, che ha contestato duramente gli amministratori di Coccaglio.
Ecco l'editoriale di padre Mario Toffari sul prossimo numero del Settimanale Diocesano la Voce del Popolo.
Bianco e Santo Natale
di padre Mario Toffari,
direttore Ufficio della pastorale dei migranti
Diocesi di Brescia
“Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio”(Lc 2,4-7). Il Natale che conosco è uno solo, quello descritto nel Vangelo di Luca: Gesù nasce a Betlemme, in una grotta, perché per lui non c’è posto nell’albergo. È la mia risposta ai fatti e alle dichiarazioni che si sono verificati a Coccaglio in questi giorni, paese dove, a detta degli interessati, “non c’è criminalità”, ma in cui l’Amministrazione vuole “iniziare a far pulizia”. Ma andiamo con ordine. A Coccaglio è partita un’azione del Comune, denominata “White Christmas”, cioè “Bianco Natale”, per controllare a tappeto tutti i clandestini che vivono nel territorio e per espellerli o per togliere loro la residenza nel caso che si tratti di immigrati che non hanno rinnovato in tempo il permesso di soggiorno. Sul contenuto amministrativo-politico dell’azione non entro: si tratta, purtroppo, di una legittima conseguenza del crimine di immigrazione clandestina introdotto nel pacchetto sicurezza, che, per voce degli Uffici diocesani per la pastorale dei migranti, della pastorale sociale e della pastorale della salute, abbiamo già criticato a suo tempo prevedendo conseguenze quanto mai deleterie. Una è appunto questa: i sindaci, dotati di speciali poteri di polizia, vanno in cerca di immigrati irregolari per espellerli, anche se non hanno fatto nulla di male. Il provvedimento è, quindi, legale. Da dire resta molto, invece, circa l’umanità del medesimo. Certo, mi piacerebbe sapere anche che cosa succederà ai cittadini di Coccaglio che hanno “ospitato” clandestini o che hanno la badante o la colf clandestina: anche questi sono in stato di reato! Ma ciò che mi spinge ad alzare la voce è l’abbinamento dell’operazione al Natale. “Forse è stato infelice” dice il Sindaco. “Troppo poco” rispondo, tanto più che il suo Assessore alla sicurezza ha dichiarato che “per me il Natale non è la festa dell’accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità”. Caro assessore, francamente il cristianesimo è un’altra cosa: emarginando il povero (e guarda caso sempre il più debole), emarginiamo lo stesso Cristo e la cosiddetta identità, sbandierata a sostegno di politiche non affatto cristiane, sa solo di strumentalizzazione oltre che di improprietà interpretativa del Vangelo. Quanto poi al fatto che chi propone queste iniziative vanti spesso il suo cristianesimo in nome di frequentazione di scuole cattoliche o del fatto che era “presente a Brescia dal Papa” domenica 8 novembre, mi sembra doveroso ricordare quanto Benedetto XVI ha ribadito nel suo discorso al Convegno di Pastorale per i migranti il giorno seguente al suo viaggio a Brescia: “Fedele all’insegnamento di Gesù ogni comunità cristiana non può non nutrire rispetto e attenzione per tutti gli uomini, creati a immagine e somiglianza di Dio e redenti dal sangue di Cristo, ancor più quando si trovano in difficoltà. Ecco perché la Chiesa invita i fedeli ad aprire il cuore ai migranti e alle loro famiglie, sapendo che essi non sono solo un ‘problema’, ma costituiscono una ‘risorsa’ da saper valorizzare opportunamente per il cammino dell’umanità e per il suo autentico sviluppo”. Buon Natale a tutti, quindi, anche agli amministratori di Coccaglio naturalmente. Che sia bianco e santo, che sappia di accoglienza, nell’ordine, nella sicurezza e nel rispetto di ogni persona umana.
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