giovedì 14 maggio 2009
La globalizzazione prende, la globalizzazione dà
Questa è una storia che potrebbe entrare a pieno titolo in quei reportage sulla crisi che fiacca la nostra economia, deprime le nostre vite e i nostri pensieri. E' la storia di Angela (il nome è di fantasia, la storia rigorosamente vera) dipendente di un'azienda con quasi duecento dipendenti della provincia bresciana. Una fabbrica storica del paese, che fabbrica freni e frizioni sin dagli anni '70 e che da tempo è il piccolo satellite di una galassia che ha testa in Germania: Brescia come l'India, periferia dell'impero della globalizzazione.
Così se la crisi morde forte il settore dell'auto la casa madre fa i conti con i bilanci in rosso e, come in ogni storia di globalizzazione che si rispetti, taglia lontano per non avere proteste sotto casa, per non incrociare sguardi che potrebbero imbarazzare. La crisi, a casa di Angela, però, è ancora più pesante, più devastante. Sì, perchè anche il marito di Angela lavora in quell'azienda macinando tutti i santi giorni il turno di notte per poter dare qualche tranquillità in più alla famiglia che deve crescere anche due figlie (una di 13 e l'altra poco più che 18enne). La messa in liquidazione dell'azienda fa franare ogni speranza per il futuro, fatto ora di ammortizzatori sociali e notti insonni. "Quando siamo andati a Roma, al ministero del lavoro per firmare l'accordo sulla mobilità e gli ammortizzatori sociali - racconta Angela, che era pure delegata sindacale nella fabbrica ormai chiusa - prima siamo stati in S.Pietro e abbiamo acceso un cero grosso così...".
Angela mentre parla stringe tra le mani una divisa da lavoro sulla quale si intravede un logo giallo e rosso dai tratti famigliari. Angela sorride: "Sai, qualche giorno fa mia figlia è stata chiamata a lavorare da Mc Donalds: contratto a tempo determinato di tre anni. Ora potremo contare anche su di lei". C'è una luce in fondo al tunnel in casa di Angela. E lei ne parla sollevando, quasi fosse un trofeo, quella divisa simbolo della globalizzazione. Una globalizzzione che spesso prende ma che, a volte, sa anche dare...
APPROFONDIMENTI:
La vita ai tempi della crisi. Leggi Lietta Tornabuoni su La Stampa
Una famiglia americana nella trappola dei debiti (video dal New York Time)
Così se la crisi morde forte il settore dell'auto la casa madre fa i conti con i bilanci in rosso e, come in ogni storia di globalizzazione che si rispetti, taglia lontano per non avere proteste sotto casa, per non incrociare sguardi che potrebbero imbarazzare. La crisi, a casa di Angela, però, è ancora più pesante, più devastante. Sì, perchè anche il marito di Angela lavora in quell'azienda macinando tutti i santi giorni il turno di notte per poter dare qualche tranquillità in più alla famiglia che deve crescere anche due figlie (una di 13 e l'altra poco più che 18enne). La messa in liquidazione dell'azienda fa franare ogni speranza per il futuro, fatto ora di ammortizzatori sociali e notti insonni. "Quando siamo andati a Roma, al ministero del lavoro per firmare l'accordo sulla mobilità e gli ammortizzatori sociali - racconta Angela, che era pure delegata sindacale nella fabbrica ormai chiusa - prima siamo stati in S.Pietro e abbiamo acceso un cero grosso così...".
Angela mentre parla stringe tra le mani una divisa da lavoro sulla quale si intravede un logo giallo e rosso dai tratti famigliari. Angela sorride: "Sai, qualche giorno fa mia figlia è stata chiamata a lavorare da Mc Donalds: contratto a tempo determinato di tre anni. Ora potremo contare anche su di lei". C'è una luce in fondo al tunnel in casa di Angela. E lei ne parla sollevando, quasi fosse un trofeo, quella divisa simbolo della globalizzazione. Una globalizzzione che spesso prende ma che, a volte, sa anche dare...
APPROFONDIMENTI:
La vita ai tempi della crisi. Leggi Lietta Tornabuoni su La Stampa
Una famiglia americana nella trappola dei debiti (video dal New York Time)
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