"E' una tranquilla notte di Regime. Le guerre sono tutte lontane. Oggi ci sono stati soltanto sette omicidi, tre per sbaglio di persona. L'inquinamento atmosferico è nei limiti della norma. C'è biossido per tutti. Invece non c'è felicità per tutti. Ognuno la porta via all'altro. Così dice un predicatore all'angolo della strada, uno dall'aria mite di quelli che poi si ammazzano insieme a duecento discepoli. Ce n'è parecchi in città. Dai difensori dei diritti dei piccioni alla Liga artica. Siamo una democrazia. Ogni tanto, sul marciapiede, si inciampa in qualcuno con le mani legate dietro la schiena. Forse la polizia lo ha dimenticato la notte prima" (Stefano Benni - Baol)
Ma la crisi c'è, è passata, o il peggio deve ancora venire? Una domanda che si fanno in molti: i dati dicono una cosa, i politici un'altra, gli economisti un'altra ancora. Insomma c'è più confusione nelle ovattate stanze dei bottoni che in un antico mercato arabo. Avrà ragione Giulio Tremonti, ministro dell'Economia del Governo Berlusconi, o Massimo Mucchetti, giornalista economico, vice direttore del Corriere della Sera? Il primo ha detto proprio in un intervista al Corriere che siamo fuori dall'inverno dell'economia (anche se a giudicare da Pil, dati di produzione, cassa integrazione, progetti di ristrutturazione, non si direbbe), il secondo, in un dibattito pubblico a
Brescia (vedi il quotidiano Bresciaoggi), ha sostenuto il contrario: siamo sott'acqua (e speriamo sia solo acqua) e non è ancora tempo di riemergere. Noi, che di economia siamo un po' neofiti
ci guardiamo attorno smarriti e chiediamo: "risposte chiare e precise, please!". E' pretendere troppo?
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