Antonella Riunno (da www.Corriere.it) |
Antonella aveva sperato fino all'ultimo in quel sì sussurrato tra un soffio e l'altro di un respiratore, fra i bip del monitor che veglia sui parametri vitali. Bastava uno sguardo, un gesto d'assenso e il loro amore sarebbe uscito dalla clandestinità, la loro famiglia avrebbe avuto il "permesso di soggiorno" in questo Stato che fatica a riconoscere ciò che già c'è, a rispondere a situazioni che reclamano di essere ascoltate. «Ci sposeremo, ci sposeremo, era il nostro grande sogno, lo abbiamo sempre desiderato e lo faremo, ad ogni costo» aveva ripetuto Antonella nei corridoi dell'ospedale, accanto al sindaco di Paderno, pronto a tirar giù dal letto il funzionario comunale ad ogni ora della notte, non appena Salvatore avesse ripreso conoscenza.
Salvatore, però, è passato dalla fabbrica alla morte senza rendersene conto: non ha mai ripreso conoscenza, non è mai stato in grado di esprimere alcun consenso, nemmeno quel sì che avrebbe coronato il sogno d'amore con la sua Antonella.
Un coronamento non solo spirituale ma anche materiale, che avrebbe dissolto le incertezze che, da coppia di fatto, da famiglia senza diritti, ora si addensano su Antonella e la figlia Irma. Senza Salvatore e senza quelle garanzie che lo Stato contempla per la morte di un marito e di un padre, Antonella e Irma rischiano che il dramma sia ancora più profondo, che l'abisso ancora più duro da scalare, che la vita futura ancora più agra. Chi ringrazieranno ora Antonella e Irma? Uno Stato che ha sempre fatto finta che le coppie di fatto non fossero un problema? Uno Stato che con la scusa di preservare il matrimonio "classico" ha sempre lasciato inascoltata la voce di chi chiedeva diritti minimi perchè il futuro non dovesse più raccontare storie come quelle di Antonella e Salvatore travolti dagli eventi a due passi dal traguardo?
La storia di Antonella e Salvatore è la storia di un Paese reale e di uno Stato lontano. Di un Paese che piange a Paderno Dugnano e di uno Stato che canta ad Arcore. E la chiamano civiltà...
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