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venerdì 8 ottobre 2010

Giornalisti: facciamoci un dossier

Lo confesso: anche io ho un armadio pieno di dossier fatti di sentenze, atti giudiziaria documenti, visure camerali, articoli di giornali. Roba un po' datata ma innocua. Vedere oggi giornalisti quotati e capaci finire sotto indagine col sospetto di aver utilizzato attività di dossieraggio per fare "violenza privata", non fa certo onore alla categoria. Così come non fa onore alla categoria, quel mix di giornalismo e potere, quel retroscena spurio che emerge oggi leggendo, ad esempio, le carte sintetizzate da Fiorenza Sarzanini sul Corriere, tra editori, portavocedi uomini pubblici e politici, uffici stampa, notizie stoppate e condizionamenti. Una brutta pagina di giornalismo, insomma.


Una brutta pagina che finisce per oscurare chi il giornalismo lo fa per davvero e con passione, magari in terre ad alta densità criminale come la Calabria, senza scorte e con un'unica arma: la penna. Ieri sera ad Annozero ne abbiamo visto dei bei esempi: volti giovani, volti entusiasti anche se impauriti. E la nuova speranza della professione. Che non ha bisogno di cattivi maestri.

3 commenti:

J. Wilson ha detto...

Scusi Toresini, ho letto il post e come al solito concordo, ma non ho capito una cosa: a quali giornalisti "quotati" si riferisce?

Non erano Sallusti e Porro quelli coinvolti nell'affaire dossieraggio?

Marco Toresini ha detto...

Rispondo a J.Wilson. Si sono loro, persone che, comunque la si pensi, sanno raggiungere il loro obiettivo e come tali, nel bene e nel male, sono professionisti degni di un maestro nel suo genere come Vittorio Feltri.

J. Wilson ha detto...

quotati contoterzisti della calunnia.