martedì 26 ottobre 2010
Storie, il signor dottore
Quando ho letto la notizia, poche righe ieri su un giornale nazionale, qualcosa mi diceva che era una grande storia. La storia del "signor dottore", di quelli che così ne "fabbricano" sempre meno: senza orari, disponibili "h24", senza domeniche e fine settimana, sempre in auto e in bici tra una visita e un ambulatorio.
Un tempo li chiamavano "medici condotti" ed erano autorità al pari del parroco, del sindaco, del conte. Oggi li chiamano "medici di base", scrivono le ricette col computer e non con quella calligrafia graffiata che solo il farmacista del paese sapeva decifrare, ma alcuni di loro hanno conservato lo spirito degli "antenati", il dna della dedizione, della professione no limits, il senso della vocazione. "Sono un medico di campagna" diceva di sè Claudio Carosino, 59 anni, ucciso da un paziente domenica sera a Roncole di Busseto. Ammazzato da quel paziente, il Gianni Scaglioni, 78 anni, malato e depresso, che il medico voleva visitare per un controllo dopo i malanni conseguenti al vaccino antinfluenzale. Era domenica, ma il dottor Claudio aveva detto alla moglie (disabile sin da prima del matrimonio, ma nonostante tutto era sempre stato un grande amore) che sarebbe uscito per una visita, poi sarebbero andati insieme a messa. Invece in quella campagna piovosa di Padania, il Gianni, che adorava il suo medico condotto, lo attendeva con un fucile in mano. La malattia gli aveva offuscato la mente e il dottor Claudio, medico di campagna tutto casa e pazienti, domenica sera è andato incontro alla morte, lui che aveva studiato tanto per aiutare la vita.
A Busseto in questi giorni è lutto cittadino, on line sul sito della Gazzetta di Parma sono raccolti commenti accorati e lacrime sincere, alla porta dell'ambulatorio del medico di campagna hanno appeso una rosa rossa e in paese lo piangono come si piange un parente stretto, un benefattore, uno di casa. "Non ne troveremo più uno così" dicono nel paese di Verdi pensando alle telefonate nel cuore della notte e a lui che si alzava e andava al capezzale del paziente col pigiama sotto il vestito. Avrebbe potuto invocare la guardia medica, il 118, ma lui era un medico vecchio stile, di quelli fatti con uno stampo sempre più raro, così come è sempre più rara l'umanità in questo mondo che ci circonda, fatto di progressi e grandi balzi scientifici, ma in affanno quando si parla di rapporti umani, comprensione e disponibilità verso l'altro.
Il dottor Carosino, dunque, era dispensatore di una merce rara, di una medicina che non compri in farmacia, che forse manco ti insegnano all'università. Una medicina che ha il cuore di un uomo e il volto che si specchia in un altro volto: quello del prossimo. Onore al dottor Claudio...
Un tempo li chiamavano "medici condotti" ed erano autorità al pari del parroco, del sindaco, del conte. Oggi li chiamano "medici di base", scrivono le ricette col computer e non con quella calligrafia graffiata che solo il farmacista del paese sapeva decifrare, ma alcuni di loro hanno conservato lo spirito degli "antenati", il dna della dedizione, della professione no limits, il senso della vocazione. "Sono un medico di campagna" diceva di sè Claudio Carosino, 59 anni, ucciso da un paziente domenica sera a Roncole di Busseto. Ammazzato da quel paziente, il Gianni Scaglioni, 78 anni, malato e depresso, che il medico voleva visitare per un controllo dopo i malanni conseguenti al vaccino antinfluenzale. Era domenica, ma il dottor Claudio aveva detto alla moglie (disabile sin da prima del matrimonio, ma nonostante tutto era sempre stato un grande amore) che sarebbe uscito per una visita, poi sarebbero andati insieme a messa. Invece in quella campagna piovosa di Padania, il Gianni, che adorava il suo medico condotto, lo attendeva con un fucile in mano. La malattia gli aveva offuscato la mente e il dottor Claudio, medico di campagna tutto casa e pazienti, domenica sera è andato incontro alla morte, lui che aveva studiato tanto per aiutare la vita.
A Busseto in questi giorni è lutto cittadino, on line sul sito della Gazzetta di Parma sono raccolti commenti accorati e lacrime sincere, alla porta dell'ambulatorio del medico di campagna hanno appeso una rosa rossa e in paese lo piangono come si piange un parente stretto, un benefattore, uno di casa. "Non ne troveremo più uno così" dicono nel paese di Verdi pensando alle telefonate nel cuore della notte e a lui che si alzava e andava al capezzale del paziente col pigiama sotto il vestito. Avrebbe potuto invocare la guardia medica, il 118, ma lui era un medico vecchio stile, di quelli fatti con uno stampo sempre più raro, così come è sempre più rara l'umanità in questo mondo che ci circonda, fatto di progressi e grandi balzi scientifici, ma in affanno quando si parla di rapporti umani, comprensione e disponibilità verso l'altro.
Il dottor Carosino, dunque, era dispensatore di una merce rara, di una medicina che non compri in farmacia, che forse manco ti insegnano all'università. Una medicina che ha il cuore di un uomo e il volto che si specchia in un altro volto: quello del prossimo. Onore al dottor Claudio...
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