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sabato 9 ottobre 2010

Afghanistan, se questa non è guerra


Altri quattro soldati italiani sono morti in Afghanistan in un agguato talebano. Forse ci diranno che è il prezzo da pagare per l'interposizione pacifica, per restituire il paese asiatico alla democrazia. Il 26 agosto Bresciaoggi pubblicò un reportage di Davide Cordua  tra le truppe italiane in quelle zone ed un soldato bresciano spiegava senza problemi di quanto fosse rischioso scavare trincee in quelle terre aride, di quanto fosse rischioso schivare le pallottole dei talebani, di quanto fosse indispensabile rispondere al fuoco per non soccombere. Vi propongo qui sotto un reportage ospitato da Globalpost, sito giornalistico americano che raccoglie, come piattaforma multimediale servizi e articoli di qualità dal mondo. Dopo averlo visto si può fare solo una condiderazione: per favore chiamiamo queste cose con il loro nome, non facciamo troppi giri di parole. Per favore, chiamiamola guerra. Per onesta con le nostre coscienze e per correttezza nei confronti dei ragazzi morti nell'ennesimo agguato talebano.



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