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mercoledì 6 ottobre 2010

Adro, i cimeli.

Chissà, forse fra mezzo secolo saranno pezzi da collezione. Come i volantini (nella foto sotto) che Gabriele d'Annunzio il 9 agosto del 1918 e la sua pattuglia alata sparsero su Vienna spiegando che, dicono le cronache: «Il volo avrà carattere strettamente politico e dimostrativo; è quindi vietato di recare qualsiasi offesa alla città ... Con questo raid l'ala d'Italia affermerà la sua potenza incontrastata sul cielo della capitale nemica. Sarà vostro Duce il Poeta, animatore di tutte le fortune della Patria, simbolo della potenza eternamente rinnovatrice della nostra razza. Questo annunzio sarà il fausto presagio della Vittoria».


Chissà, forse fra mezzo secolo quei "Soli delle Alpi" che decorano banchi e zerbini, cestini e cartelli della scuola Gianfranco Miglio di Adro, voluti dal Vate della Padania il sindaco Oscar Lancini, saranno quotati come pezzi di storia, come prove tecniche di federalismo come frutto del "carattere strettamente politico e dimostrativo" di questa telenovela che ha fatto discutere l'Italia intera. Sembra di stare in volo su Vienna come 92 anni fa, ma si sta solo sorvolando l'Italia che scalpita a Nord come se fosse ancora austro-ungarica. In queste ore si decide se e come rimuovere quei Soli, come farli tramontare dalla scuola. 

Ma, inconsapevolmente, li si sta destinando all'immortalità. All'immortalità dei cimeli, alla sacralità dei simboli e delle liturgie. Come gli ex voto e le ampolle del dio Po riempite al Monviso e usate a Venezia, come l'acqua del Giordano nella Bibbia, per battezzare i novelli messia della Padania. 
Li vedremo, quei simboli, sfilare in processioni di verde vestite, elevati in ostensori tra fedeli cantanti "Noi vogliam Bossi che è nostro padre, noi vogliam Bossi che è nostro re"? Li vedremo portati sui prati di Pontida, come i fili spinati delle trincee della grande guerra diventati corone di spine per i Gesù crocifissi di alta quota? Li vedremo racchiusi in teche d'oro in qualche rito di tradizione celtica?
Chissà... Certo è che i Soli delle Alpi destinati a lasciare la scuola di Adro rischiano di diventare delle reliquie (anche dei feticci dall'oscuro destino, visto che qualcuno non certo leghista ha già lanciato su Facebook il gruppo "Lo zerbino di Adro lo prendiamo noi gratis"). Rischiano di essere santificati alla battaglia del Federalismo, consacrati al motto del "padroni in casa nostra". A questo punto perchè non metterli all'asta e magari ricavare un po' di ossigeno per le casse asfittiche del comune della Franciacorta? C'è solo l'imbarazzo della scelta sul negozio virtuale: dall'interclassista eBay all'aristocratica  Sotheby's. Paga la Padania, ovviamente.




1 commenti:

Cani Amici ha detto...

Gentile Dott. Toresini

nel ringraziarla per lo spazio concessocivisi lì sul suo blog intendiamo ribadire con forza e pacatezza il nostro impegno (inde)fesso per il trionfo del buon senso e della riagionevolezza.

L'Organizzazione Seria Cittadinanza Assolutamente Ragionevole (O.S.C.A.R.) che mi pregio di rappresentare resta disponibile in maniera appunto seria e ragionevole a dare una mano a quanti intendessero seriamente e ragionevolmente porre fine a questo scempio.

Il Gran Consiglio dell'O.S.C.A.R. così parlò a mezzo mio e ordinommi di rinnovare, nel salutarla, la nostra stima accompagnata dai più cordiali saluti possibili, a lei e alla famiglia sua tutta.
E quindi: Cordiali Saluti.

PS

E Niente scherzi...
lo ZERBINO LO VOGLIAMO NOI!!!