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giovedì 16 luglio 2009

Uscire dalla crisi pensando alle persone...

Come si può uscire dalla crisi? E' la domanda che ci tormenta in questo caldo luglio fatto di bollini rossi per l'allarme afa e di picchi d'ozono. Non ho una risposta (se l'avessi e fosse efficace probabilmente non sarei qui a trastullarmi con questo blog) ma uno spunto di riflessione sì. Me lo ha offerto il solito Massimo Gramellini sulla Stampa partendo da un fatto di cronaca: il cliente di una banca che, esasperato per un prestito negato, spara alle gambe della direttrice della filiale.
Leggendo quella riflessione mi è tornato in mente un discorso che Bob Kennedy fece 41 anni fa e che ho risentito di recente. In quelle parole il tempo sembrava essersi fermato: era il 1968, ma sembra ieri...

Ecco cosa scrive Massimo Gramellini.

Buongiorno
16/7/2009 -

Non sparate sul bancario
L’altro ieri, a Settimo Torinese, il signor Giovanni ha gambizzato la signora Silvana, che gli aveva negato un prestito. Ieri diversi lettori hanno telefonato a La Stampa per dire: ha fatto bene. E a me è venuto un brivido. Ho scritto Giovanni e Silvana, invece che un «panettiere indebitato» e «una direttrice di filiale» perché ho l'impressione che si uscirà da questa crisi solo se smetteremo di trattare gli altri come dei simboli e ricominceremo a considerarli delle persone. Il piccolo imprenditore strozzato dalla mancanza di ordini non vede nel bancario la rotellina impotente di un meccanismo anonimo, ma il capro espiatorio perfetto. E il bancario, stritolato dalla gabbia dei regolamenti interni, non dialoga più con Francesco o Maria, con le loro storie e le loro capacità, ma con i clienti X e Y a rischio d'insolvenza. Ho saputo di un artigiano che si è visto rifiutare il pagamento di una bolletta di 8 euro perché il computer negava alla banca il permesso di pagare.

È questa rigidità arida che ci sta sfinendo. La solidarietà è diventata un dentifricio per sbiancarsi la coscienza, invece significa mettersi nei panni degli altri e smetterla di considerarli pedine intercambiabili, singole voci di una lista memorizzata in qualche archivio. Non siamo tutti uguali, al di qua dello sportello come al di là. Ci sono lo scansafatiche e il manigoldo: non meritano aiuto. E ci sono l'artigiano volenteroso e l'imprenditore che si indebita per non licenziare: questi vanno foraggiati strizzando anche un occhio, alla faccia dei regolamenti e delle griglie dei computer. Perché alla fine, porca miseria, siamo ancora esseri umani.

Massimo Gramellini
(La Stampa)



Ora la riflessione di Bob Kennedy in un video della trasmissione Report...

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