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mercoledì 22 luglio 2009

Alcol ai minori e il decoro della città

Figlio 13enne (in vacanza al mare con l'oratorio): "Papà, sai, qui mi trovo benissimo. Anche i miei compagni di stanza sono simpatici. Sai, stasera facciamo un Coca-party".

Papà (non particolarmente perspicace a quell'ora e subito pronto a pensar male): ".... Come?"

Figlio (più sveglio del padre): "Ma cosa stai pensando, papààà... Coca- party vuol dire che adesso usciamo, ognuno si compra una lattina di Coca cola o di Pepsi e poi la beviamo insieme in camera prima di andare a letto".

Benedetti ragazzi....

(Dialogo telefonico realmente avvenuto, pubblicazione consentita prima della promulgazione della legge sulle intercettazioni telefoniche e prima che mio figlio mi mandi a quel paese perchè: va bene fare il giornalista, ma un minimo di privacy)


Strano paese l'Italia. Giocare a cricket in un campo è severamente vietato, vendere alcolici ad un adolescente abbondantemente tollerato.
Non si spiega altrimenti il motivo dello scalpore che una scelta saggia come quella del comune di Milano di vietare la vendita di alcolici ai minori di 16 anni abbia fatto tanto scalpore, scatendando accese discussioni. Sentirsi dire dal proprio figlio 13enne che qualche amico acquista al bar bevande alcoliche (sia pure quei long drink a base di rhum da 5 gradi) e birre senza troppi problemi, lascia un po' perplessi. Lascia soprattutto soli i genitori nella difficile impresa di far capire che l'abuso non è sinonimo di maturità, la trasgressione non è quella cosa che ti traghetta nel mondo adulto, che stordirsi d'alcol o di altro non è autonomia di pensiero ma omologazione: insomma, che non fa "fico" ma fa pecora.
Se poi il seme (per usare un'immagine bibblica) gettato dal volonteroso genitore finisce per inaridirsi far le spine e le rocce di un modello di società che scioglie valori e principi in un mojito, la battaglia (alla faccia della tanto sbandierata attenzione per la famiglia) diventa difficile e insidiosa come la lotta ai talebani. Insomma, la famiglia resta sola e gli alleati lo sono solo a parole. Il decoro di un città non si misura solo multando chi mangia nei parchi, ma grazie a chi a tutti i livelli opera scelte consapevoli a favore dei propri cittadini. E quale scelta è più consapevole (divieto o non divieto che sia) di far capire ad un adoloscente che consumare alcol a quell'età potrebbe rappresentare l'inizio di una dipendenza (per tacere della salute) dalla quale potrebbe essere difficile affrancarsi?

TESTIMONIANZE CHOC



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