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martedì 31 marzo 2009

Aggiornamenti/2. Giustizia, cercando di superare l'Angola

Dopo l'atto di accusa, l'ennesimo, del Consiglio d'Europa sulla lunghezza dei processi in Italia (ricordate? veniamo dopo l'Angola), Vittorio Grevi, docente universitario a Pavia e giurista, torna a parlare di processi lumaca sul Corriere della sera di oggi (pagina 54). Ci torna confermando, come aveva già fatto in passato, che l'Italia, in tema di riforma della Giustizia, se non con qualche sia pur significativa eccezione, sta facendo sforzi in direzioni diverse da quelle di far guadagnare all'amministrazione giudiziaria efficienza.
Non remano in quella direzione, ad esempio, gli avvocati, che in questi giorni si stanno astenendo dalle udienze penali portando avanti la loro tradizionale battaglia per il "giusto processo", i temi della separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici di tribunale, la rimodulazione dell'obbligatorietà dell'azione penale, la riforma del Csm. Temi rispettabilissimi - osserva Grevi - ma non in grado di "fornire una risposta concreta ed efficace alle sollecitazioni del Consiglio d'Europa".
Così il Governo che, se qualche spunto interessante lo offre sul fronte della riforma della giustizia civile, altrettanto non si può dire guardando al ramo penale dove - sono parole sue - "la situazione è davvero desolante".
Insomma: riusciremo mai a superare l'Angola?

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