Margaret Mazzantini |
L'estate 2011 porta un nome: "Nessuno di salva da solo" di Margaret Mazzantini. Biografia sentimentale di una generazione, una generazione un po' naufraga, carica di fobie e venerazioni. Amo troppo Margaret Mazzantini e la sua prosa, il suo modo di scrivere, per essere obiettivo. Mi limito a dire che mi aspettavo di più: dall'intensità di "Non ti muovere", alla leggerezza di "Manola"; dalla visionarietà di "Zorro", alla profondità di "Venuto al mondo" poteva scaturire qualcosa di più indimenticabile rispetto a questa storia d'amore di periferia, un po' fighetta, un po' abbandonata a se stessa.
Cosa mi sono appuntato di questo libro? Questo passo:
"Loro appartenevano alla generazione della patacca, del remake. Tutto era già stato provato, si trattava solo di rivisitare, senza un vero nerbo. Vecchie le ferite, le facce dipinte degli emo. Cosa c'era di nuovo? Il sushi da asporto, la festa di Halloween, Facebook. Il sogno di tutta la gente che conoscevano era quello di organizzare eventi. Di anelare a una festa continua sulle macerie di tutto. L'egoismo come unica borsa a tracolla. Eppure quello era il loro mondo e avrebbero dovuto camminarci insieme ai loro figli. Drizzare le antenne per captare un segnale positivo. (...) Chissà se gli piacerà guardare indietro la loro vita un giorno. Sono ancora abbastanza giovani. Due ragazzi, si direbbe a vederli passare nei vetri di una macchina parcheggiata.
Nessuno si salva da solo.Possono sentire l'eco di quelle parole cadere davanti ai loro passi. Una condanna o un confronto..."
(da Margaret Mazzantini "Nessuno si salva da solo" - Mondadori, 19 euro)
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