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martedì 23 novembre 2010

Strage di Brescia... "vieni via con me" Italia dei misteri

Fugace, toccante. Intima. Manlio Milani ha letto ieri da Fazio e Saviano i nomi delle vittime della Strage di piazza della Loggia, i nomi di quelle anime senza pace. E come se l'Italia, quella seduta in salotto, fosse arrivata in Piazza Loggia, avesse ascoltato attonita il suono sordo della bomba, quella deflagrazione che scuote ancora dal di dentro nonostante siano passati 36 anni; si fosse messa davanti a quella stele, a quella colonna sbrecciata e avesse letto quegli otto nomi, avesse tentato di immaginare quelle otto storie di insegnanti e pensionati, avesse tentato di immaginare, 36 anni dopo, come sarebbero le loro vite se non fossero state spazzate via dalla schegge della bomba, se non fossero state vilipese, nel corso dei decenni, da una verità sempre incompleta, da silenzi istituzionali e dall'incapacità di una nazione di fare i conti con  i propri fantasmi.





1. Giulietta BANZI BAZOLI, anni 34, insegnante
2. Livia BOTTARDI MILANI, anni 32, insegnante
3. Clementina CALZARI TREBESCHI, anni 31, insegnante
4. Alberto TREBESCHI, anni 37, insegnante
5. Euplo NATALI, anni 69, pensionato
6. Luigi PINTO, anni 25, insegnante
7. Bartolomeo TALENTI, anni 56, operaio
8. Vittorio ZAMBARDA, anni 60, operaio

Verrebbe voglia di portarseli via, questi otto nomi, questi otto volti, da questa Italia che ancora non vuole capire, che fa finta di non capire, che fa finta di cercare altrove colpe che altrove non sono.
Verrebbe voglia di dire "vieni via con me", via dall'Italia dei misteri e delle ingratitudini, da quell'Italia che sotto sotto crede ancora che, se eri in piazza quel giorno, forse un po' te la sei cercata.
Ma io resto, resto per gente come Manlio Milani e per quanti come lui lavorano per tenere viva la memoria, per una nzione che non conosca altri drammi come quelli degli anni '70.
Resto perchè nel '74 avevo 11 anni, oggi ne ho 47 è quei nomi mi sono entrati dentro, come se fossero parenti. Forse sono parenti di tutti noi che crediamo in un'Italia migliore.
Quella che sa onorare i morti, rispettare ed appagare la voglia di giustizia e verità dei vivi. Quella che non vorrebbe dire mai "vieni via con me".

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